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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Omicidio Butti, interrogazione parlamentare urgente per il socio condannato a morte. I fratelli: "E' innocente"

Dopo il brutale omicidio di Luciano Butti si presentò alla polizia thailandese pensando di poter collaborare alle indagini. Era il socio del montevarchino che il 15 marzo 2011 fu freddato a Phi Phi Island con tre colpi di arma da fuoco. E' stato...

Dopo il brutale omicidio di Luciano Butti si presentò alla polizia thailandese pensando di poter collaborare alle indagini. Era il socio del montevarchino che il 15 marzo 2011 fu freddato a Phi Phi Island con tre colpi di arma da fuoco. E' stato allora che da testimone è diventato indagato e nel giro di poche ore colpevole di aver commissionato il brutale omicidio. Denis Cavatassi adesso è in carcere in Thailandia, "in condizioni da medioevo", scrive nelle sue lettere. E sulla sua testa pesa una condanna a morte, emessa in primo grado e confermata in secondo grado.

Questa mattina i familiari insieme a senatore Luigi Manconi, hanno incontrato la stampa per raccontare la vicenda e per chiedere che il governo italiano faccia pressione politica sul Governo thailandese per alleviare le condizioni carcerarie e nella speranza che Cavatassi sia sottoposto ad un "processo equo da parte della Corte suprema del paese asiatico.

"Siamo qui - ha detto il senatore - per interpellare le autorità italiane affinché il mostro connazionale sia adeguatamente tutelato, cosa che non è stata assicurata fino ad ora e che rende Cavatassi ancora più inerme a confronto con la macchina della giustizia thailandese che si rivela iniqua".

Lo scorso 14 dicembre Manconi presentò una interrogazione parlamentare che oggi è stata riproposta come interrogazione urgente: "L'Italia nel 1984 ha sottoscritto un accordo di cooperazione ratificato nel 1988 che prevede, una volta concluso l'iter in quel paese, che Cavatassi possa avere diritto a scontare la sua pena in Italia". Sarebbe la salvezza.

Ma come si è arrivati a questo punto? E' stata la sorella Romina a ricostruire la vicenda: "Denis ha conosciuto Butti durante un viaggio in Thailandia. Luciano Butti cercava soci per far ripartire il suo ristorante distrutto dal terribile tsunami del 2004. Mio fratello e un amico investirono in una piccola quota della società. Denis voleva restare i mesi invernali in Thailandia e poi tornare in Italia a fare l'agronomo, poi però conobbe l'attuale moglie e i piani cambiarono".

Il delitto

A questo punto la tragedia: Luciano Butti morì il 15 marzo del 2011 a 60 anni e nei pressi della cascata di Bang Pae, freddato con tre colpi di arma da fuoco che lo avevano raggiunto al torace, all’addome e alla clavicola destra. Inizialmente gli inquirenti pensarono a una rapina finita nel sangue, ma nei pantaloni della vittima furono trovati 520 euro: quanto bastava per escludere quella pista.

Il 19 marzo il suo socio Cavatassi, all’epoca 42enne, fu arrestato con l’accusa di essere il mandante di quel delitto. "Mio fratello l'indomani dell'omicidio si presentò alle forze dell'ordine per aiutare nelle indagini, fu sentito, interrogato senza interprete e senza avvocato e poi fu arrestato. Contro di lui le parole estorte a due testimoni e quelle di un poliziotto che al processo non si è mai presentato".

L’uomo urla la sua innocenza da subito dopo l’arresto e quando fu rilasciato su cauzione invece di lasciare la Thailandia ha atteso il processo. Si aspettava l’assoluzione invece è arrivata una condanna a morte. Adesso è in svolgimento il ricorso alla corte suprema. E i familiari hanno deciso di agire raccontando agli italiani cosa sta accadendo in Thailandia.

Ma cosa è successo secondo Cavatassi quella notte? I familiari e gli avvocati presenti in conferenza stampa non sanno quale possa essere la spiegazione. Ribadiscono che non furono fatti accertamenti di alcun tipo, non furono ascoltati ulteriori testi, nemmeno la moglie di Cavatassi, non furono controllati pc e telefoni.

L'omicidio di Luciano Butti secondo la giustizia thailandese ha un colpevole, che però si dichiara innocente e chiede un processo equo. I familiare di Butti e i fratelli del socio, accusato del delitto, in tutti questi anni non si sono mai sentiti. Nessun confronto, nessuna ipotesi alternativa su come possano essersi consumati i tragici momenti dell'agguato. E un grande mistero sugli ultimi momenti di vita dell'imprenditore di Montevarchi, sopravvissuto allo tsunami, che voleva riportare in auge il suo ristorante a Phi Phi Island.

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