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Cronaca

Nigerian connection: pene tra quattro e cinque anni di reclusione. Le richieste del pm

La prossima udienza si svolgerà il 29 marzo.

E' stato il giorno della ricostruzione del pm.
Quest'oggi in tribunale ad Arezzo è stata ripercorsa nel dettaglio la complicata operazione, siglata dai carabinieri di Arezzo e denominata "Nigerian connection".

Tredici in tutto le persone chiamate a giudizio e per le quali le accuse riguardano tutte la detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
All'interno dell'aula del tribunale di Arezzo, il giudice Fabio Lombardo ha presieduto l'udienza che ha visto come protagonista della giornata la discussione del pubblico ministero Pistolesi.
E' stato il magistrato, in questa sede, a richiedere pene che variano da quattro a cinque anni di detenzione per ciascuno degli imputati a seconda del ruolo svolto nella vicenda. 

La prossima udienza si svolgerà il 29 marzo.

Le indagini

Lo scorso 20 novembre la Procura di Arezzo inviò l'avviso di chiusura delle indagini a 13 persone. Tutti accusati di spaccio: tra loro anche un italiano, consumatore, che avrebbe avvisato i nigeriani dei movimenti dei Carabinieri. Buona parte degli indagati - circa due terzi - durante la prima udienza ha chiesto di poter essere giudicato con rito abbreviato.

Durante le indagini i militari del Nucleo investigativo dei Carabinieri, grazie ad un intenso lavoro, erano riusciti a documentare oltre 4mila episodi di micro-spaccio. Cessioni, vendite che singolarmente avrebbero avuto un peso esiguo, ma, tutte insieme possono avere un peso diverso in sede giudiziaria.

I nigeriani spacciavano eroina e soprattutto cocaina e stavano cercando di allargare la propria rete anche in Valdarno e in Valdichiana.

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