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Giovedì, 25 Aprile 2024

Eroina killer: 14 decessi per overdose. Il triste primato regionale di Arezzo

I casi di morti sospette per uso e consumo eccessivo di sostanze stupefacenti sono incrementati del 12 per cento in tutta Italia. Arezzo, purtroppo non fa eccezione

Sono in tutto 14 i decessi che dal 2017 ad oggi possono essere attribuiti al consumo eccessivo di sostanze stupefacenti nella provincia di Arezzo. Questi i numeri censiti dal team di esperti di GeOverdose.itprogetto del Gruppo di Interesse "Riduzione del Danno" di S.I.T.D. (Società Italiana Tossicodipendenze) ideato e gestito dai soci Salvatore Giancane ed Ernesto de Bernardis ed edito da Publishday srl.

Una cifra consistente, che racconta un crescendo dell'utilizzo di droghe pensati anche nella provincia aretina.
Per lo più i dati raccolti riportano una concentrazione di episodi particolarmente elevata nel 2018 anche se, il raffronto con l'anno in corso non è ancora eseguibile a causa dell'incompletezza dei dati censiti. Ma una prima stima può ugualmente essere fatta seppur tenendo conto che le cifre saranno destinate a crescere.

Gli eventi censiti da GeOverdose riguardano tre categorie: decessi verosimilmente correlabibili all'uso di droghe illegali, farmaci e/o alcol; decessi sospetti, nei quali non vi sono elementi sufficienti da fare ipotizzare una correlazione (ad es. mancanza della siringa, di qualsiasi traccia di sostanza e di storia di uso di droghe da parte del soggetto ma in cui le circostanze del decesso sono riconducibili all'uso di droghe o sostanze stupefacenti); ricoveri per intossicazione acuta volontaria di droghe illegali, farmaci ed alcol (con l'esclusione delle assunzioni a scopo suicidario).

Tentendo conto anche dei ricoveri eseguiti in provincia di Arezzo le cifre salgono. Sette i casi in cui i sanitari dell'emergenza urgenza sono intervenuti salvando di fatto la vita a persone in overdose. 

La popolazione aretina presenta oltre 215mila individui a rischio. Si tratta della fascia dei residenti tra i 15 e i 65 anni che, potenzialmente, è quella più esposta ad un possibile contatto con droghe e sostanze illecite.

Facendo la somma di decessi, morti sospette e ricoveri, Arezzo in meno di tre anni conta 21 casi e si aggiudica un triste primato a livello regionale. Fatta eccezione per Firenze (39 episodi) è la provincia con la cifra più alta di episodi censiti (Grosseto 4, Livorno 10, Lucca 7, Massa Carrara 2, Pisa 12, Pistoia 7, Prato 7, Siena 5). 

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L'eta media delle persone ricoverate o trovate prive di vita è di 38,1 anni  e, nel pieno rispetto dei parametri standard, tutti i casi censiti hanno riguardato per lo più maschi ( 20 e una femmina) di età compresa tra i 19 e i 53 anni. Quindici di essi di nazionalità italiana, diciotto trovati da soli e tredici in luoghi isolati all'aperto e con eroina nel sangue.

Un panorama che troppo spesso si intreccia con l'aumento dei casi di dipendenza segnalati al Sert di via Fonte Veneziana o, peggio ancora, di degrado urbano e sociale di cui il Colle del Pionta è stato teatro per tanto, troppo tempo. O con le continue segnalazioni di siringhe usate e rinvenute in ogni angolo della città.

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Nel 2018 la Direzione centrale dei servizi antidroga, in Italia, ha registrato un aumento dei decessi, il taglio dei servizi e l'ingresso di nuove droghe come il Fentanyl. Un incremento significativo che nel '18 è arrivato a segnare un positivo di 12 per cento dei decessi per overdose su tutto il territorio nazionale. E i dati parziali sul 2019 non sembrano discostarsi molto da quelli degli ultimi due anni.

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Il ritorno dell’eroina

Secondo l'analisi condotta da Leopoldo Grosso, psicologo e psicoterapeuta, presidente onorario del gruppo Abele fondato da don Luigi Ciotti, le ultime tendenze sarebbero quelle del ritorno dell’eroina. "Si tratta di iniziazioni che passano attraverso l’eroina fumata, lo sniffo ma che in alcuni casi poi proseguono anche con l’iniezione. E questo lo si deve sia alla sovrapproduzione in Afghanistan (e al relativo abbassamento dei prezzi), ma soprattutto alle nuove modalità di consumo. C’è una cultura del consumo di eroina che non è attraverso la siringa – spiega – e così passa per una droga più gestibile e meno pericolosa".

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