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Cronaca Sansepolcro

"Desideravano restare in Africa", il dolore dei figli di Gabriella e Carlo. Il mistero del disastro in due scatole nere

In quel continente tanto amato è  possibile che Carlo Spini e Gabriella Vigiani, morti nello schianto del Boeing 737 Max, possano essere tumulati.

Aspettano indicazioni, ma non sanno ancora quando sarà il momento di partire per l'Etiopia. In quel continente tanto amato dai loro genitori, è  possibile che Carlo Spini e Gabriella Viciani, morti nello schianto del Boeing 737 Max, possano essere tumulati. Adesso i figli, Andrea, Marco, Francesco ed Elisabetta  stanno cercando di capire cosa li attende. Fanno fronte ad un immenso dolore - la perdita di padre e madre - e si stringono tra loro, nel grande abbraccio parenti, amici e concittadini.

"Non sappiamo ancora di precisio cosa accadrà - spiega Andrea -, siamo in contatto diretto con la Farnesina e ci faranno sapere se ci saranno pratiche da portare a termine per il riconoscimento. Forse serviranno esami del dna. Se resteranno in Africa? E' una delle ipotesi. Perché era proprio uno dei loro desideri. Ma ancora non abbiamo deciso". 

Anche i figli, almeno una volta ognuno, hanno seguito i genitori nelle loro iniziative nel continente africano.

"Ma noi eravamo turisti, osservavamo quello che facevano - racconta Andrea - Questa volta dovevano seguire un progetto al quale mio padre teneva molto: l'avvio di una struttura sanitaria. Ne hanno aperte molte in questi anni, ma quella in un luogo così difficilmente raggiungibile con il Sud Sudan per lui aveva un'importanza particolare. Doveva essere inaugurata il 21 marzo. I container con strumenti e materiale arriveranno in tempo: quindi penso che le attività partiranno comunque".

Intanto le indagini della autorità dell'Etiopia stanno proseguendo: "Ci tengono informati, ma non sappiamo ancora i dettagli", spiegano i figli. Due scatole nere sono state ritrovate, forse il mistero di quel terribile schianto potrà essere svelato. Intanto all'ipotesi di un guasto della struttura informatica, paventata fin dal primo momento, si affianca anche quella di un guasto meccanico: alcuni testimoni avrebbero infatti raccontato di aver visto cadere dei pezzi negli ultimi istanti del volo e di aver udito un rumore strano. 

Di oggi la notizia che la Procura di Roma ha aperto un fascicolo per la morte degli otto italiani nel disastro. Un procedimento coordinato dal procuratore Giuseppe Pignatone, che non ha al momento indicato ipotesi di reato. 

I messaggi di cordoglio intanto arrivano di continuo. I due aretini che hanno perso la vita sono stati ricordati dal presidente della Regione Toscana Enrico Rossi

"Mi unisco al cordoglio unanime per i 157 morti sul Boeing caduto in Africa. Tra loro c'erano otto italiani e due toscani, il dottor Carlo Spini e sua moglie, l'infermiera Gabriella Viciani. Ai loro figli giungano le condoglianze e la partecipazione di tutti i toscani. Il nostro cordoglio è accompagnato da un senso di gratitudine, dall'ammirazione e dal ringraziamento per la scelta che avevano compiuto di impegnarsi come cooperanti in aiuto delle popolazioni africane. Da loro, veri operatori di pace, capaci di mettere a disposizione degli altri la propria esperienza professionale, ci viene una lezione difficile da dimenticare ed uno stimolo a proseguire lungo il solco che hanno tracciato, fatto di solidarietà e impegno per lo sviluppo dei paesi africani".

Con queste parole il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ha voluto ricordare le vittime dello schianto del Boeing precipitato ieri in Etiopia con a bordo 157 persone di cui otto italiani e due residenti a Sansepolcro, in provincia di Arezzo.

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