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Cronaca

"Addio maestro, un onore lavorare con te", il flautista Fabbriciani ricorda Camilleri

Il musicista aretino ha accompagnato il celebre scrittore nel suo ultimo spettacolo. Stavano lavorando ad un nuovo lavoro quando Camilleri è stato ricoverato. Nella loro ultima foto la soddisfazione per le prove di "Autodifesa di Caino"

"Sono andato in ospedale quattro giorni fa, volevo salutarlo ancora una volta. E' stata l'ultima". Roberto Fabbriciani, flautista e compositore aretino di fama internazionale, è stato uno degli amici di Andrea Camilleri, il grande scrittore scomparso quest'oggi dopo un lungo periodo di malattia. Nell'ultimo anno i due artisti hanno lavorato insieme portando in scena "Conversazioni su Tiresia", opera che ha riscosso grande successo al Teatro Greco di Siracusa e che è stata poi proiettata nei cinema e mandata in onda in televisione.

E' con parole intense e cariche di commozione che Fabbriciani ricorda Camilleri:

"Mi ha dato tanto, era una persona eccezionale e ci legava un grande affetto. Attualissimo in ogni sua opera, soffriva molto questi tempi difficili e lo ha anche detto pubblicamente. Quando ci siamo conosciuti? Lo scorso anno: fu lui a telefonarmi. Io ero molto felice perché ero un suo fan. Poi, con mia grande sorpresa, mi disse che mi ammirava e mi ascoltava in radio. Io ne fui davvero lusingato". 

Con quella telefonata arrivò anche una proposta di collaborazione da parte di Camilleri: nacque così uno spettacolo straordinario, che univa musica, letteratura, storia. Nel maggio del 2018, di fronte a 4 mila spettatori, le vicende di Tiresia - il mito dell'indovino cieco di migliaia di anni fa - attraversano i secoli e si sono intrecciate con quelle dello scrittore siciliano.

"Camilleri aveva questa grande capacità di dire cose importanti in modo semplice, tutti potevano capirlo". 

Il successo di Tiresia aveva portato Camilleri a lavorare su di un'altra opera. 

"Negli ultimi mesi inoltre - racconta Fabbriciani - fino a inizio giugno, ci siamo visti spessissimo per provare Autodifesa di Caino. Uno spettacolo nel quale, come per Tiresia, Camilleri era la voce narrante sul palco e io lo affiancavo con le note del mio flauto. Nei tre mesi precedenti ai gravi problemi di salute avevamo fatto molte prove. Eravamo arrivati a quella generale. L'ultima prova a casa sua fu molto intensa: eravamo davvero soddisfatti.  Avevamo deciso di ricordare quel momento con una foto (quella pubblicata in alto, ndr). I nostri sorrisi dicono tutto di quella gioranta. Resta un ricordo per me, adesso, preziosissimo". 

Il debutto di "Autodifesa di Caino" era stato fissato per lo scorso giugno alle Antiche Terme di Caracalla. Poi l'arresto cardiaco cambiò tutto. Inizialmente la data fu spostata di un mese, al 15 luglio, ma era ormai chiaro che su quel palco il grande maestro non sarebbe riuscito a salire.

"Le sue condizioni erano ormai gravissime. Io ho chiamato quotidianamente la sua famiglia e sono andato a trovarlo. L'ultima volta quattro giorni fa: ho trovato il coraggio e sono andato in ospedale. Gli ho parlato, come facevo sempre. Non so se mi ha sentito. Ma voglio credere che il suo cuore fosse in ascolto e che sia riuscito a cogliere tutto quello che volevo dirgli. 

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