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Cronaca

Morta in vacanza, verso una super perizia per la difesa dei due aretini: "Lesioni al volto da ricondurre alla caduta"

Una contro perizia, da affidare ad un luminare, per chiarire alcuni aspetti della morte di Marina Rossi. E' quanto sta valutando di chiedere il legale Stefano Buricchi, che assiste uno dei due giovani di Castiglion Fibocchi implicati nella vicenda...

Una contro perizia, da affidare ad un luminare, per chiarire alcuni aspetti della morte di Marina Rossi. E' quanto sta valutando di chiedere il legale Stefano Buricchi, che assiste uno dei due giovani di Castiglion Fibocchi implicati nella vicenda. La strategia difensiva sembra oramai delineata, ma in attesa dell'udienza preliminare fissata per il prossimo 24 maggio di fronte al giudice Ponticelli, potrebbe esserci una novità. La perizia dovrebbe fare luce sulla origine di una lesione rinvenuta sul volto della ragazza.

L'incarico potrebbe essere affidato ad un luminare del settore, il professor Ernesto D'Aloja, presidente dei genetisti forensi italiani che si è occupato di alcuni dei delitti più misteriosi della storia italiana: dal quello di via Poma, a quello dell'Olgiata.

La lesione è già stata oggetto di accertamenti - in seguito alla riesumazione del corpo della giovane - disposti dalla pm Julia Maggiore e svolti dall'equipe di Medicina Legale dell'Università di Pisa coordinata dal dottor Marco Di Paolo. In quell'occasione non emersero elementi a carico dei due ragazzi aretini: non sarebbero cioè state trovate prove di violenza sul corpo della giovane.

La famiglia di Martina, come ribadito domenica scorsa nel programma de La 7 Bianco e Nero, ha da tempo fatto svolgere una perizia nella quale viene evidenziata una lesione al volto dovuta probabilmente ad una colpo sferrato con violenza e non alla caduta dal sesto piano. "Quando abbiamo visto il volto - ha detto di fronte alle telecamere il padre della ragazza, Bruno - Martina aveva un ematoma sul labbro e subito ho pensato ad un pugno". Un esito questo che andrebbe a collimare con l'ipotesi della Procura, secondo la quale la giovane stesse scappando da un pressing a sfondo sessuale quando è scappata e poi precipitata dal balcone della stanza 609 dell'Hotel Sant'Ana di Palma de Majorca.

E sempre durante la trasmissione i genitori della ragazza hanno rivelato che subito dopo l'impatto, durante i primi soccorsi, la giovane era ancora viva e, stando a quanto raccontato loro dal portiere dell'hotel era in grado di comprendere cosa stava accadendo intorno a lei. Resta alla fine il dubbio più grande: quello di come furono condotte le indagini dalle autorità spagnole. Che forse avrebbero potuto chiarire fin dall'inizio quello che era successo.

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