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Cronaca

Morì dopo l'aggressione in ospedale, sei sotto accusa: ancora un rinvio

Ancora un rinvio. Il sesto. La prossima udienza, quella in cui - in teoria - dovrebbe essere deciso l'eventuale rinvio a giudizio, è stata fissata il 5 aprile. Quella di stamattina è durata cinque minuti. Il caso è quello della morte di un...

Ancora un rinvio. Il sesto. La prossima udienza, quella in cui - in teoria - dovrebbe essere deciso l'eventuale rinvio a giudizio, è stata fissata il 5 aprile. Quella di stamattina è durata cinque minuti. Il caso è quello della morte di un paziente ricoverato all'ospedale della Fratta, in Valdichiana, a seguito dell'aggressione notturna da parte di un altro degente, con problemi psichiatrici.

Dopo l'episodio, avvenuto nel 2014, l'aggressore si era tolto la vita. Sei le persone indagate - tutti operatori sanitari dell'ospedale - con le accuse di “omicidio colposo” e “cooperazione colposa in omicidio colposo” per la morte di Sergio Botti, pensionato di Castiglion Fiorentino.

E' la sesta volta che l'udienza viene rinviata. In precedenza si erano registrati i passaggi di consegne da un giudice a un altro: Annamaria Loprete, Gianni Fruganti, quindi Marco Cecchi. La penultima tappa giudiziaria della vicenda risale allo scorso 27 giugno.

La notte dell'aggressione è quella tra l'8 e il 9 luglio 2014: un 35enne paziente psichiatrico, di robusta corporatura e molto forte, piombò, da un reparto contiguo, in quello di medicina generale. Si fece largo resistendo a due infermieri che cercavano di contenerlo e aggredì Sergi Botti. L'anziano fu percosso e sul suo petto fu applicata una forte pressione che, essendo il pensionato in condizioni di salute precarie, ne determinò il decesso dopo 16 giorni di agonia.

Gli accusati, come detto, sono sei: la dottoressa del reparto dove avvenne l’aggressione (sulla quale pende l’accusa di omicidio colposo) e cinque funzionari Asl (accusati di cooperazione colposa in omicidio colposo) indagati perché - secondo gli inquirenti - non avrebbero correttamente applicato i protocolli che garantissero, per i pazienti psichiatrici gravi, la prevenzione di atti autolesionistici o che comportassero danni ad altri.

L’accusa è sostenuta dal pm Julia Maggiore. I difensori sono Luca Fanfani, Antonio Bonacci, Giuseppina Macrì, Alessandro Serafini, Gianluca Rossi. La famiglia dell’anziano, assistita dall’avvocato Donata Pasquini si è costituita parte civile.

@MattiaCialini

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