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Cronaca

"Trenta mila euro investiti in lingotti, ma i soldi sono spariti", così era orchestrata la truffa alle spalle di Italpreziosi

Avevano investito circa 30mila euro in lingotti d'oro. Pensavano di avere a che fare con Italpreziosi. Invece erano stati truffati dai titolari di una società di Voghera - adesso accusati di riciclaggio truffa, abusiva raccolta del credito e...

Avevano investito circa 30mila euro in lingotti d'oro. Pensavano di avere a che fare con Italpreziosi. Invece erano stati truffati dai titolari di una società di Voghera - adesso accusati di riciclaggio truffa, abusiva raccolta del credito e utilizzo di marchi mendaci - che avevano copiato non solo parte del marchio della nota e solidissima azienda aretina, ma anche sito aziendale e brochure per promuovere la loro truffa.

Le prime testimonianze che portano all'ipotesi di truffa milionaria - della quale è rimasto vittima il marchio aretino - arrivano direttamente dagli schermi di Canale 5. Durante la trasmissione Domenica Live, condotta da Barbara D'Urso, è stato effettuato un collegamento con una famiglia che ha raccontato la sua disavventura. In collegamento c'era anche il direttore finanziario dell'aretina Italpreziosi Spa, Filippo Finocchi.

"Ci avevano parlato di una rendita che poteva arrivare anche al 12 per cento", ha raccontato l'uomo che ha investito tutti i risparmi della madre nell'acquisto di lingotti. Ma di barrette d'oro da un chilogrammo non ha visto nemmeno l'ombra. E i soldi sono spariti.

"Siamo vittime di questa situazione - ha spiegato Finocchi -, abbiamo anche diffidato la società di Voghera dall'uso del nostro nome. La nostra è un'azienda di fama internazionale. Fatturiamo circa due miliardi di euro all'anno". E proprio approfittando di questa solidità dell'azienda aretina i due titolari della quasi omonima - ma farlocca - Italpreziosi Italy Srl avrebbero tentato di truffare tante persone. Perché le vittime che hanno cercato di informarsi, si sono trovate "catapultate" in un sito che copiava quello del celebre marchio aretino, e in brochure che riportavano immagini dell'azienda di San Zeno che nulla, ovviamente, avevano a che fare con quella di Voghera. Addirittura nel momento in cui avveniva il primo contatto con il cliente veniva consegnata una brochure che riportava anche l'Iban dell'azienda aretina, e solo in un secondo momento i titolari dell'azienda di Voghera chiedevano di fare i pagamenti su di un altro conto. Le indagini sulla vicenda sono state eseguite dalla Guardia di Fiananza di Pavia. Secondo gli uomini delle Fiamme Gialle, i due imprenditori avrebbero raccolto denaro da numerosi risparmiatori promettendo interessi fuori mercato (anche oltre il 5%), utilizzando il noto e pericoloso schema Ponzi e sfruttando il logo dell’azienda di Arezzo. E proprio Italpreziosi ha avuto un importante ruolo nelle indagini. Da Arezzo non solo è partita una diffida, ma denunce inoltrate in tre diverse circostanze.

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