Istanbul e quell'esplosione "che ha cambiato tutto". Il racconto di un aretino
La notizia appare in ogni tg, il tam tam sui social è inarrestabile. E poi si fa largo il senso di insicurezza. Forte, tangibile. Perché quell'attentato è avvenuto nel cuore della città in cui hai deciso di vivere e di mettere radici...
La notizia appare in ogni tg, il tam tam sui social è inarrestabile. E poi si fa largo il senso di insicurezza. Forte, tangibile. Perché quell'attentato è avvenuto nel cuore della città in cui hai deciso di vivere e di mettere radici: Istanbul. "Con l'attentato di oggi, cambiano molte cose", lo dice con tono pacato Stefano Valeriani, imprenditore orafo aretino che da 15 anni vive e lavora nella città turca, oggi teatro di un violentissimo attentato jihadista.
"Fino ad oggi non era percepita questa sensazione di pericolo qui ad Istanbul, ma adesso è cambiato tutto".
Valeriani al momento dell'attacco era in fabbrica, al lavoro, come ogni giorno. Tanto lontano da Sultanahmet - dove un kamikaze 28enne si è fatto esplodere - da essere completamente al sicuro. Ma non abbastanza per sentirsi immune dall'inquietudine e dall'insicurezza nelle quali questo evento ha gettato il popolo turco.
"Onestamente - racconta - in questi 15 anni ne ho viste tante. Ho sempre detto che questo è un Paese dove tutto è possibile. Paura? No, siamo abituati a vivere con le bombe e si evitano i posti che si reputano pericolosi. Ma non si può negare che oggi tutto è cambiato. Perché si è voluta colpire l'economia della Turchia, il turismo".
Valeriani racconta così la sua Turchia: come un Paese dalle mille opportunità, nel quale quando in Italia è deflagrata la crisi e ad Arezzo il settore dell'oreficeria è piombato in uno dei periodi più neri che abbia conosciuto, lui ha trovato per la sua azienda lo spazio vitale per andare avanti. Ma anche fiducia e sostegno da parte delle persone. Un Paese che "in passato ha avuto problemi interni, ma adesso deve fare i conti soprattutto con la politica estera. Si sono create situazioni che difficilmente si possono risolvere in breve". E si riferisce ai rapporti internazionali, in particolare con la Russia di Putin.
"Da 3 mesi ho messo via i miei risparmi: li tengo pronti. Se servisse prenderò il primo volo e rientrerò in Italia". Lo dice con la consapevolezza di chi sa cosa rischia. Ma anche con la speranza che resti solo una frase detta, quasi scaramanticamente.