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Cronaca Sansepolcro

"Prima l'inaugurazione, poi il miracolo". Nell'ospedale di Juba subito una nascita: è una bimba e si chiama Gabriella

Ieri, appena due ore dopo il taglio del nastro, nella struttura sanitaria voluta da Carlo Spini e Gabriella Viciani (insieme ai volontari di Africa Tremila) il primo parto. La figlia Elisabetta: "E' stato un segnale fortissimo"

E' una bimba bellissima e porta un nome speciale: Gabriella. E' nata ieri a Juba (Sud Sudan) nell'ospedale Three Angels e sia lei che la mamma sono in ottima salute. La sua nascita ha coronato una giornata davvero eccezionale: ricca di emozioni, di lacrime, di sorrisi, di malinconia e di speranza. E' stato infatti ieri il giorno dell'inaugurazione della struttura sanitaria realizzata da Africa Tremila e dedicata a Carlo Spini, alla moglie Gabriella Viciani e al loro amico Matteo Ravasi. 

Carlo e Gabriella, lui medico e lei infermiera professionale, morirono lo scorso 10 marzo nel disastro aereo di Addis Abeba. Un incidente terribile, nel quale persero la vita altre 155 persone: tutti i passeggeri e tutti i membri dell'equipaggio. 

Il viaggio dei coniugi Spini, biturgensi molto conosciuti e apprezzati, aveva un duplice obiettivo: verificare l'andamento dei lavori in due strutture sanitarie in via di realizzazione. Una era in Kenia, l'altra - quella inaugurata ieri - in Sud Sudan. Entrambe le strutture erano - e sono - progetti di Africa Tremila, onlus bergamasca della quale Spini era presidente.  Ma non sono mai arrivati a destinazione: l'aereo che doveva portarli a Nairobi, precipitò ad Addis Abeba.

Ieri, dopo mesi di lavori, la struttura del Sud Sudan, allestita a Juba, è stata inaugurata. E poi dopo il taglio del nastro c'è stato anche un evento che ha regalato grandi emozioni. 

inaugurazione ospedale juba 4-2

"Due ore dopo aver scoperto la targa - spiega Elisabetta, figlia di Carlo e Gabriella - è nata questa splendida creatura. Per me, ma anche per gli altri volontari amici dei miei genitori, è stato come un segnale. Prima l'inaugurazione, poi questo "miracolo".  Così abbiamo chiesto alla mamma se le sarebbe piaciuto chiamare la bambina Gabriella, spiegandole chi era mia mamma, e lei ha subito accettato". 

Stanca, dopo una giornata che le ha riservato grandissime emozioni, Elisabetta racconta questa sua esperienza in Sud Sudan:

"Non avevo mai fatto attività di volontariato così forti. E' stato molto bello, edificante. E poi, una volta arrivata qui a Juba, ho sentito forte, fortissima, la presenza dei miei genitori. E questa forse è stata l'emozione più grande, che mi ha donato tanta pace". 

Il taglio del nastro dell'ospedale di Juba

L'ospedale di Juba

Per costruire la struttua di Juba sono stati necessari circa tre anni di lavoro:

"E' un ospedale piccolo ma di qualità - spiega Roberto Spagnolo di Africa Tremila - Buona parte dei materiali sono stati portati dall'Italia, a partire dai pannelli solari, ma soprattutto è stato pensato dal punto di vista ingegneristico come una struttura italiana. confidiamo quindi che potrà essere molto utile a questa comunità". 

L'ospedale è grande circa 450 metri quadrati, ha due sale parto, stanze per neomamme ma anche una zona per degenti di altro genere. 

Insieme ad Elisabetta Spini e a Roberto Spagnolo, alla cerimonia erano presenti anche Romina Russo, Gisella Inverardi e Mauro Centurelli. 

La struttura adesso inizierà ad ospitare degenti a pieno ritmo, diventando un punto di riferimento per le comunità locali. Proprio come Carlo, Gabriella avrebbero voluto. "Perché il loro cuore - aveva spiegato uno dei figli in seguito al terribile incidente - era lì". E ci sarà sempre.

Inaugurazione ospedale di Juba

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