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Cronaca Marciano della Chiana

Imprenditore orafo arrestato per bancarotta fraudolenta

Con un'attività d'indagine molto complessa sono stati ricostruiti diversi episodi di distrazione di beni e risorse finanziarie avvenuti dal 2016 al febbraio 2019, per un totale di oltre 580.000 euro

Un imprenditore aretino di 47 anni di Marciano della Chiana  è stato arrestato per bancarotta dalla Guardia di finanza di Arezzo in esecuzione di un'ordinanza disposta dal Gip del tribunale di Arezzo Giulia Soldini su richiesta del sostituto procuratore Andrea Claudiani. L'arresto è scattato venerdì scorso 17 aprile.

Con un'attività d'indagine molto complessa sono stati ricostruiti diversi episodi di distrazione di beni e risorse finanziarie avvenuti dal 2016 al febbraio 2019 (periodo in cui è stato dichiarato il fallimento), per un totale di oltre 580.000 euro. Sull’imprenditore, al quale è stato notificato un provvedimento di arresti domiciliari, risultano gravi indizi del reato di bancarotta fraudolenta, perpetrato nella sua qualità di amministratore unico di una società, operante nel settore della produzione/commercializzazione orafa e di bigiotteria.

Le attività investigative hanno fatto emergere, in particolare, che l’imprenditore aveva distratto, ma anche dissipato risorse finanziarie dell'azienda fallita, addebitando spese per fini personali ed effettuando prelevamenti in contanti ingiustificati, assegnandosi compensi non previsti, creando poste di bilancio fittizie e persino addebitando alla fallita le rate di un leasing di un’autovettura di grossa cilindrata (in realtà nella sua esclusiva disponibilità), così “alleggerendo” le risorse societarie con grave pregiudizio per i creditori. Al fine di depistare gli accertamenti l’imprenditore, in sede di interrogatorio, dichiarava di essere stato sostituito nella carica di amministratore da un soggetto straniero non identificabile, né rintracciabile.

Secondo l’autorità giudiziaria, il quadro indiziario a carico dell’imprenditore è ulteriormente aggravato da molteplici contestazioni di natura civilistica per inadempimenti contrattuali, oltre ad una querela per truffa presentata da una società operante nel settore orafo contro l’imprenditore che agiva in veste di amministratore “di fatto” di un’altra società (apparentemente a lui estranea). L’esecuzione della citata misura cautelare ha consentito, pertanto, di interrompere l’attività criminosa posta in essere dall’indagato proprio attraverso quest’ultima società. Indagini di questo tipo della Gurardia di finanza sono finalizzate a scoprire reati fallimentari, per la tutela dei creditori e per impedire agli imprenditori disonesti di continuare ad arricchirsi a scapito degli altri.

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