rotate-mobile
Cronaca

Il Pionta è una ferita aperta: via la boscaglia, ma siringhe ovunque

E' umida la mattina del Pionta, il cielo pesante. L'ingresso al parco di via Luigi Cittadini è battuto da qualche studente. Si incrocia un impavido jogger, ci sono un po' di anziani. C'è un giovane di colore che si alza in piedi su un muretto, un...

E' umida la mattina del Pionta, il cielo pesante. L'ingresso al parco di via Luigi Cittadini è battuto da qualche studente. Si incrocia un impavido jogger, ci sono un po' di anziani. C'è un giovane di colore che si alza in piedi su un muretto, un altro, bianco, imbacuccato che affila lo sguardo. Telecamere e macchine fotografiche non sembrano particolarmente gradite.

La segnalazione di una signora sulle siringhe abbandonate nei pressi nella nuova area giochi (lato via Masaccio) ha riacceso i riflettori sullo stato di salute del parco. Così suggestivo, così ricco di bellezza e di storia, ma anche tremendamente ferito.

E lo si percepisce subito, passeggiando tra i vialetti che conducono al campus universitario. Perché nonostante l'area sia stata scrupolosamente ripulita dalla boscaglia, la mancanza di zone d'ombra non scoraggia pusher e consumatori. Le siringhe sono dietro gli alberi, piantate a terra e nemmeno troppo nascoste.

C'è chi fa pulizia quasi quotidiana in zona, eppure, in un qualsiasi martedì mattina, ci sono almeno una decina d'aghi usati sparsi a terra tra le foglie bagnate. In cima alla collinetta c'è il pozzo dove, lo scorso marzo, un ragazzo aretino fu trovato cadavere, con la siringa ancora nel braccio. Aveva 29 anni. E' stata la penultima vittima della droga accertata in zona: questa estate morì di overdose anche un 43enne tunisino.

L'itinerario continua verso la vetta della collina. Ai lati, le transenne degli scavi che dovrebbero restituire lustro a questo luogo dimenticato. Stanno affiorando secoli di storia perduta, la terra sta regalando - dopo una ricerca caparbia - l'imponente struttura di quel che sembra il Duomo Vecchio d'Arezzo. Ma nessuno capita qui ad ammirare le vestigia passate. La passeggiata volge al termine, con la fastidiosa sensazione di avere sempre gli occhi addosso. Si ridiscende verso via Masaccio, dove si trova l'area giochi rimessa a nuovo.

E lo spettacolo triste delle siringhe, se possibile, si incupisce. A un paio di metri da altalene, scivoli e dondoli si trova il primo ago abbandonato. Vicino alla siepe è uno stillicidio. C'è una rete, bucata, che separa la zona da un pratino. Qualcuno ha aperto il varco e si è intrufolato dentro: ci sono vetri rotti, boccette, siringhe. Una di queste, appena usata, è conficcata in un tronco spezzato.

La siepe si apre in quel punto, tra le maglie della rete si scorge bene il parco giochi. Ma nessun bimbo è lì.

@MattiaCialini

@EnricaCherici

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Il Pionta è una ferita aperta: via la boscaglia, ma siringhe ovunque

ArezzoNotizie è in caricamento