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Getta dell'alcol addosso alla madre e le dà fuoco. Trentenne in manette dopo dieci anni di soprusi

Lo ha denunciato dopo dieci anni di violenze e maltrattamenti. Ha chiamato la Polizia e raccontato dell’inferno vissuto all’interno di un appartamento della periferia di Arezzo. Lei, 63 anni, impiegata in un’azienda, dopo la morte del marito, era...

Lo ha denunciato dopo dieci anni di violenze e maltrattamenti. Ha chiamato la Polizia e raccontato dell’inferno vissuto all’interno di un appartamento della periferia di Arezzo. Lei, 63 anni, impiegata in un’azienda, dopo la morte del marito, era diventata l’unico bersaglio del figlio tossicodipendente che, con regolarità, l’aggrediva per estorcerle denaro così da comprarsi una dose.

Per anni ha sopportato poi, un giorno, si è trovata cosparsa di alcol dalla testa ai piedi e con le gambe avvolte dalle fiamme. Suo figlio, forse annebbiato dalla droga, le aveva dato fuoco ed era rimasto a guardare impassibile la scena. Ma neanche questo l’aveva spinta a denunciarlo. Il coraggio le è arrivato qualche giorno dopo quando, alle cinque del mattino, è stata svegliata di soprassalto. Il 30enne è entrato in camera sua con un'altra bottiglia di alcol in mano. L'ha aperta e ha versato il liquido sulla donna sussurrandole: “non ti do fuoco adesso perché altrimenti mi becco 30 anni ma tu, adesso, devi darmi i soldi altrimenti lo faccio”.

La storia è quella di una piccola realtà aretina fatta di degrado, sofferenza e gravissimi disagi. A portarla alla luce è stata la Squadra Mobile della Polizia di Arezzo che, sotto il coordinamento del dirigente Giovanni Schettino, ha messo fine alle violenze e assicurato alla giustizia R.S. classe 1985.

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Tutto è cominciato con una semplice telefonata in cui la donna raccontava di essere stata aggredita.

“La chiamata ci ha messo subito in allarme – spiega Schettino – abbiamo rintracciato la donna la quale, dopo lunga riflessione e dopo essersi confrontata con noi, ha deciso di sporgere ufficialmente denuncia nei confronti del figlio. Lo abbiamo rintracciato all’interno dell’appartamento dove viveva con la madre e il fratello. Il padre era venuto a mancare un anno fa”.

Il 30enne dovrà rispondere di lesioni aggravate, estorsione e violenza in famiglia e attualmente si trova recluso nel carcere di Arezzo.

In passato era stato segnalato alle forze dell’ordine per piccoli reati legati allo spaccio e alla detenzione di stupefacenti. Secondo quanto ricostruito dagli agenti aretini, la sua tossicodipendenza era diventata ingestibile e lo aveva portato prima in una comunità di recupero, poi a vivere per strada ed infine sotto lo stesso tetto dei propri genitori. conferenza_questura_arresto “Nel 2012 – prosegue Schettino – il padre aveva presentato denuncia contro il figlio. In passato infatti era l’uomo la vittima delle aggressioni. A quella denuncia però non sono mai seguite delle azioni concrete. Oggi invece abbiamo scongiurato il peggio e abbiamo messo al sicuro la madre del 30enne”.

Negli ultimi dieci anni la donna si è rivolta al pronto soccorso di Arezzo ben sette volte. In ogni occasione trovava una scusa da propinare ai sanitari sulle origini delle proprie lesioni: traumi stradali, incidente domestici o piccoli infortuni sul lavoro. Mai aveva avuto il coraggio di denunciare i soprusi subiti dal figlio.

La forza è arrivata soltanto pochi giorni fa ed ha permesso agli investigatori di concludere l’operazione in poco meno di una settimana.
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