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Cronaca

Fort Knox, ultimo atto: confiscati beni per oltre 25 milioni di euro

L'inchiesta partita nel 2012 riguardava un traffico illecito internazionale di metallo prezioso. In tutto ci furono oltre 160 indagati. Sessanta i condannati, sette sono ancora a giudizio

Oltre 25 milioni di euro di beni confiscati. E' l'ultima battuta dell'operazione Fort Knox, con la quale i finanzieri del Comando Provinciale di Arezzo hanno eseguito quanto disposto dal Tribunale di Arezzo, portando al "definitivo incameramento nel patrimonio dello Stato dei beni, per un valore di stima pari a 25 milioni di euro, già sequestrati ai condannati in sede di patteggiamento, divenuto definitivo lo scorso febbraio in seguito al rigetto del ricorso presentato in Corte di Cassazione".

L’operazione Forto Knox, eseguita dal Nucleo Polizia Economico Finanziaria di Arezzo sotto la direzione della Procura della Repubblica di Arezzo, rappresenta una delle più rilevanti attività eseguite, a livello nazionale, nel settore dell’illecito traffico di metalli preziosi.

L'inchiesta prese il via nel novembre del 2012. Il quadro del giro d’affari fu minuziosamente ricostruito: il metallo prezioso veniva acquisito dall’organizzazione criminale – che aveva solide radici nell’Aretino – dai compro oro del Sud, fuso e riproposto in verghe e lingotti per essere rivenduto in Svizzera.

Fort Knox, confisca record: oltre 198 milioni

Al termine dell'operazione è stata smantellata una capillare organizzazione criminale "strutturata - spiega la Guardia di Finanza - in distinti ed autonomi gruppi associativi, composta da operatori del settore orafo, in grado di reperire ingentissime quantità d’oro, pagato sempre per contanti ed in “nero”, destinato, a seguito di fusione e trattamento, al mercato estero".

L'indagine ha visto 168 indagati - su tutto il territorio nazionale ed all’estero in Italia e all'estero - per associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di metalli preziosi, reati tributari e riciclaggio (poi derubricato a ricettazione), aggravati dalla condotta transnazionale. Proprio quest’ultima aggravante, prevista da una legislazione speciale, ha consentito la confisca “per equivalente” dei beni per 198 milioni 924.000, altrimenti non consentita per gli altri reati.

I vari procedimenti penali, rimasti per competenza territoriale al Tribunale ed alla Procura di Arezzo, sono stati definiti con la condanna di 44 persone per patteggiamento e 16 con rito abbreviato, nonché con il rinvio a giudizio di sette persone che hanno optato per il rito ordinario. 

"Su disposizione della locale Procura della Repubblica -spiegano le Fiamme Gialle - sono stati svolti ulteriori accertamenti, per aggiornare l’attuale situazione patrimoniale delle persne sottoposte al provvedimento cautelare, confermando l’assenza di ulteriori beni a loro intestati. Le operazioni di acquisizione al patrimonio statale hanno consentito di versare, in via definitiva, alle casse del Fondo Unico Giustizia disponibilità liquide per circa 12milinoi, di vendere all’incanto, tramite l’Istituto Vendite Giudiziarie di Arezzo, metallo prezioso del valore di circa 4 milioni di euro e di consegnare all’Agenzia del Demanio beni immobili del valore di circa 9 milioni di euro".

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