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Folla in duomo per Filippo Bagni, don Alvaro: "Aveva la pace nel cuore". Ghinelli: "Arezzo stretta alle famiglie delle vittime"

Un applauso all'uscita del feretro. Poi l'abbraccio del ministro Alberto Bonisoli alla moglie e alla figlia dello scomparso, dopo una celebrazione tanto sentita quanto composta. La città di Arezzo ha dato l'ultimo saluto in duomo a Filippo Bagni...

Un applauso all'uscita del feretro. Poi l'abbraccio del ministro Alberto Bonisoli alla moglie e alla figlia dello scomparso, dopo una celebrazione tanto sentita quanto composta. La città di Arezzo ha dato l'ultimo saluto in duomo a Filippo Bagni, il 55enne funzionario dell'Archivio di Stato morto assieme al collega Piero Bruni in un incidente sul posto di lavoro giovedì scorso, 20 settembre.

Ogni mattina alle 7 era alla messa - ha ricordato il vescovo Riccardo Fontana che ha presieduto la funzione concelebrata -. Senza far chiasso, ha fatto sempre il proprio dovere.

A sedere accanto ai familiari c'erano anche il sindaco Alessandro Ghinelli, il prefetto Anna Palombi, il questore Bruno Failla, rappresentanze dei carabinieri, della Guardia di Finanza. Don Alvaro Bardelli, parroco della cattedrale, ha voluto dare conforto ai congiunti dello scomparso prima dell'inizio della funzione. E' stato lui, la mattina della tragedia, ad accorrere al Prato e ad impartire la benedizione, là dove i sanitari hanno cercato di fare l'impossibile per salvare le due vittime.

Filippo - ha ricordato don Alvaro - si riconosceva dalla sua parlata fiorentina, ma aveva fatto diventare Arezzo la sua patria. Ogni mattina, prima di recarsi in Soprintendenza o all'Archivio, passava in cattedrale per la messa delle 7. Si piazzava laggiù - ha indicato il sacerdote - accanto alla colonna di mezzo, accanto alla cancellata della Madonna del Conforto. Era quello il suo posto abituale. Faceva parte delle decime e decine di aretini che vanno alla messa prima del lavoro, un momento di incontro oltre che di preghiera. Era un cristiano devoto, non passava settimana che non si confessasse. La mattina del dramma, eravamo ancora qui nelle sagrestie quando la tragedia si stava consumando. Poi sono stato vicino a lui al Prato, nel momento dell'addio, portando la benedizione. Filippo era sempre gioviale, sorridente. Ecco: aveva la serenità del cuore. Cercava la pace interiore e l’aveva trovata. Lo ricordo con affetto anche perché era "l'angelo custode dei tetti", dal suo posto di lavoro ci osservava e ci avvertiva se c’era un calcinaccio pericolante dalla Pieve. Filippo e Piero - ha concluso don Alvaro - ci hanno insegnato come si vive straordinariamente l’ordinario. Con passione, amore e impegno. Hanno seminato la vita.

Prima dell'uscita, il sindaco di Arezzo che per le giornate di ieri e di oggi ha proclamato lutto cittadino, ha voluto ricordare entrambe le vittime dell'Archivio di Stato.

La morte di Filippo e quella di Piero - ha detto Ghinelli - hanno colpito profondamente Arezzo.

Il primo cittadino ha poi ringraziato il ministro per la vicinanza alla famiglie in un momento così difficile: "Ho voluto omaggiare il ministro Bonisoli con un libro, contenente i sonetti del Petrarca. Un simbolo che vuol rappresentare quei documenti preziosi per cui Filippo e Piero hanno dato la vita. E faccio un appello al ministro, ci aiuti a trovare una soluzione affinché queste tragedie non si ripetano più".

E ha concluso:

Mi stringo attorno alla moglie e ai figli. Vorrei far sentire loro la vicinanza di tutta la città di Arezzo.

@MattiaCialini

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