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Cronaca

Ex Etruria e subordinate. Dalle carte del processo per truffa la testimonianza di dipendenti: "Puniti perché non le vendevamo"

Dopo l'udienza di apertura si tornerà in aula il prossimo 19 ottobre. Ovvero, sette giorni dopo l'avvio del processo per bancarotta fraudolenta dove alla sbarra ci sono 31 ex amministratori della vecchia Banca Etruria. Ma in attesa di quella data...

Dopo l'udienza di apertura si tornerà in aula il prossimo 19 ottobre. Ovvero, sette giorni dopo l'avvio del processo per bancarotta fraudolenta dove alla sbarra ci sono 31 ex amministratori della vecchia Banca Etruria.

Ma in attesa di quella data ecco che davanti al giudice torneranno avvocati e magistrati per affrontare e fare chiarezza sul filone "bond truffa".

Lo scorso 21 settembre infatti si è aperto il procedimento che punta il dito contro dirigenti e manager delle varie filiali dell'Etruria accusati aver venduto impropriamente e le tanto famigerate obbligazioni subordinate. Per loro l'accusa formulata e di cui dovranno rispondere è truffa aggravata.

In attesa del secondo passaggio in tribunale per questa vicenda ecco che emergono particolari dalle carte del processo.

Sono stati proprio gli inquirenti, coordinati dal procuratore capo Roberto Rossi, a raccogliere tre diverse testimonianze di altrettanti ex dipendenti Bpel di Arezzo dove viene spiegato con dovizia si particolari il sistema adottato all'interno delle varie sedi del vecchio istituto di credito per la vendita di bond subordinati.

Tutti e tre racconterebbero di essersi rifiutati di eseguire le direttive impartite a tutti gli impiegati del settore prodotti finanziari e riguardanti delle specifiche indicazioni sulla vendita di titoli anche a clienti con un profilo non conforme. Secondo il racconto reso agli inquirenti, sarebbe stato proprio a causa di questa mancanza che i tre ex dipendenti sarebbero stati osteggiati e 'punti' dai proprio superiori fin tanto da essere trasferiti in altra sede e provati del portafoglio clienti.

Nelle carte si legge come i tre, dopo alcuni mesi di isolamento, abbiano scelto di dimettersi.

Testimonianze che secondo quanto sostenuto dall'accusa andrebbero a confermare l'impostazione truffaldina nella vendita delle obbligazioni.

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