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Cronaca

Etruria, il procuratore Rossi in audizione: "Strana la proposta di alleanza con la Popolare di Vicenza"

Gli ultimi anni di vita della fu Banca Etruria. L'avvio delle indagini. Le segnalazioni di Banca d'Italia. Le offerte rifiutate. L'apertura delle inchieste. E poi le posizioni di Fornasari, Boschi, Bronchi. I subordinatisti, la Massoneria e poi la...

Gli ultimi anni di vita della fu Banca Etruria. L'avvio delle indagini. Le segnalazioni di Banca d'Italia. Le offerte rifiutate. L'apertura delle inchieste. E poi le posizioni di Fornasari, Boschi, Bronchi. I subordinatisti, la Massoneria e poi la proposta di fusione con la Popolare di Vincenza.

Sono questi gli argomenti che sono stati portati all'attenzione della commissione d'inchiesta parlamentare sulle banche, presieduta da Pier Ferdinando Casini, che si è svolta quest'oggi al quarto piano di palazzo San Macuto. Ad essersi sottoposto alle domande dei parlamentari è stato Roberto Rossi, procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Arezzo.

Tra i primi punti trattati dal procuratore c'è quello dove viene sottolineato che le operazioni più azzardate e dagli esiti più disastrosi per Banca Etruria sono state condotte dai vertici dell'istituto fra il 2008 e il 2010.

"La situazione è poi cambiata dal 2011 al 2014 - ha detto Rossi - In questo periodo le sofferenze sopra i 500mila euro individuate dalla Finanza sono appena 17. In quel periodo gli ispettori di Bankitalia entrarono nell'istituto e fu applicata una diversa strategia imposta dal nuovo direttore dell'area credito".

Il magistrato aretino ha ripercorso nel dettaglio la storia recente dell'istituto di credito aretino e, in oltre cinque ore di audizione, si è soffermato anche sui rapporti che si erano instaurati con la Popolare di Vincenza.

In questo senso è stato proprio il procuratore a sottolineare come l'incentivo di aggregazione avanzato dalla Banca d'Italia tra l'Etruria e la Popolare vicentina in seguito ad alcune ispezione"è sembrato un poco strano poiché leggendo dalle fonti aperte le ispezioni anche essa era in condizioni simili".

Rossi di fatto ha raccontato come nel dicembre 2013, fu proprio l'istituto di via Nazionale a sollecitare la fusione con Vicenza poiché in possesso delle "necessarie risorse patrimoniali e professionali". Ma non solo nel 2015 la Banca d'Italia stigmatizzò "il ruolo contraddittorio del presidente di Banca Etruria Rosi che, nelle trattative con Vicenza, a fronte di rassicurazioni che forniva, teneva comportamenti che hanno portato all'interruzione della trattativa". Il 28 dicembre dello stesso anno, Banca Etruria venne commissariata ed in via Calamandrei arrivò Giuseppe Santoni. Un mese più tardi venne ufficializzata l'insolvenza dell'istituto di credito e avviata la procedura d'inchiesta per bancarotta dalla procura.

"Abbiamo trovato un po' singolare che venisse incentivata questa aggregazione - ha detto il procuratore durante l'audizione - Nella relazione ispettiva, già quella del 2012 su Vicenza, sembra di leggere le relazioni su Etruria. Ci sono l'inadeguatezza degli organi, i crediti deteriorati e anche le azioni baciate che almeno ad Arezzo non c'erano. L'impressione è che questo sia stato determinante nel commissariamento. Ora approfondiremo, abbiamo fatto già richiesta ai colleghi di Vicenza di mandarci i documenti. Da quello letto a fonti aperte qui da voi nella commissione ci è sembrato un pochino strano".

Molti anche i momenti di pausa dello streaming. In più di una occasione il presidente della commissione Pierferdinando Casini ha deciso di segretare l'audizione del procuratore aretino. Tra questi momenti ci sono anche i circa 30 minuti in cui il procuratore ha parlato dell'opera di vigilanza di Banca d'Italia.

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