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Cronaca

Subordinate del 2013 per 110mln al centro dell'esposto su Banca Etruria. Risparmiatori in Procura da Rossi

Due emissioni di obbligazioni subordinate del 2013 da parte di Banca Etruria per un totale di 110 milioni di euro sono al centro del nuovo esposto depositato in Procura ad Arezzo dall’associazione Vittime del Salva-Banche e da quella Amici di...

Due emissioni di obbligazioni subordinate del 2013 da parte di Banca Etruria per un totale di 110 milioni di euro sono al centro del nuovo esposto depositato in Procura ad Arezzo dall’associazione Vittime del Salva-Banche e da quella Amici di Banca Etruria.

L'atto, corredato di numerosi allegati, è stato consegnato direttamente nelle mani del procuratore capo Roberto Rossi che coordina le indagini insieme al pool di pm aretini e alla guardia di finanza.

All’appuntamento si sono recati Alvise Aguti e Vincenzo Lacroce che hanno lavorato alacremente sugli aspetti tecnici che portarono a quella emissione, pochi mesi dopo l'avvenuto aumento di capitale. Con loro la presidente delle Vittime del Salva-Banche Letizia Giorgianni.

Sotto le finestre della procura intanto si sono radunati i risparmiatori azzerati arrivati anche da Empoli che hanno chiesto a gran voce giustizia. E' stato lo stesso procuratore Rossi poi a decidere di accoglierli nel suo ufficio per spiegare loro il lavoro che sta compiendo. All'uscita sono stati spiegati alcuni dettagli dell'esposto che arricchisce la vicenda legata al crack Banca Etruria:

"Contiene il piano pre-organizzato di aumentare il capitale nel 2o13 attraverso l'emissione di obbligazioni subordinate perché era rimasto l'unico modo possibile dopo l'aumento di capitale di 100 milioni, non avevano altre chances - spiega il tecnico della Vittime del Salva Banche Alvise Aguti - Senza quelle emissioni la banca a fine sarebbe stata sotto i requisiti minimi di capitale, quindi avrebbe perso la licenza bancaria, quindi non c'erano alternative dovevano collocare questi due titoli per un importo di 110 milioni. Come farlo? Farlo ai tassi di rendimenti effettivi comparati alle altre banche? Avrebbero dovuto emettere titoli con un rendimento pari all'8% a quel punto forse i risparmiatori avrebbero alzato le antenne e non li avrebbero comprati. Loro invece li hanno emessi con un rendimento del 3,5%, pari ai titoli di stato, questo ha dato sicurezza e non ha fatto percepire il grado di rischio di queste obbligazioni ai risparmiatori. La banca stessa dice che queste obbligazioni non valevano 100, così come era stato scritto nei estratti conto trimestrali, ma 77. Quindi abbiamo anche dichiarato che ci sono state false dichiarazioni ai risparmiatori che le avevano acquistate."

I risparmiatori hanno così messo un altro tassello nella loro protesta. Le due emissioni di Banca Etruria erano già sotto la lente di ingrandimento della procura di Arezzo, come ha spiegato Rossi questa mattina:

"Quando la banca è entrata in crisi e c'era necessità di ricapitalizzare, c'era bisogno di vendere titoli in maniera granulare, lo si è fatto in modo che non destasse particolare preoccupazione nei risparmiatori che li hanno scelti, perché non avevano un tasso alto - ha spiegato Letizia Giorgianni - Il procuratore ci ha fatto capire che da tempo sta lavorando a questo aspetto. Noi attendiamo fiduciosi nella conclusione di questa vicenda. Sappiamo che i tempi della giustizia sono abbastanza lunghi, noi siamo fiduciosi che qua i tempi di accorceranno."

L'esposto è considerato molto importante ai fini delle indagini anche da Vincenzo Lacroce che rappresenta l'associazione Amici di Banca Etruria e che oggi ha portato in Procura anche un'altra richiesta, nei confronti del commissario liquidatore della Bpel:

"Ricordate il nostro esposto dell'8 luglio del 2016? Avevamo chiesto la revocatoria fallimentare della cessione dei 305 milioni di sofferenze a FonSpa. Il commissario liquidatore ci ha risposto che non è applicabile la legge fallimentare nel secondo comma. E' vero scriviamo adesso noi, ma è assolutamente applicabile il comma 1 per sproporzionalità. Nonostante le carenze nel fornirci i dati da parte del commissario liquidatore, siamo riusciti con Aguti e Giorgianni a ricostruire tutto. Solo applicando il 22,4% di valutazione dei crediti deteriorati ci sarebbe stata una differenza importante. Oggi abbiamo così ribadito che ci sono gli estremi sia per la revocatoria fallimentare, sia per quella ordinaria perché la cessione dei crediti è avvenuta ben prima del decreto."

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