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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

"Disastro colposo": la procura di Arezzo sequestra un pezzo di E45

Un pezzo di E45, quello interessato dal crollo del mese scorso, è stato sequestrato dai carabinieri della Procura di Arezzo e dai carabinieri forestali della Valtiberina. I sigilli all'area, estesa circa mille metri quadrati, sono stati posti per...

Un pezzo di E45, quello interessato dal crollo del mese scorso, è stato sequestrato dai carabinieri della Procura di Arezzo e dai carabinieri forestali della Valtiberina. I sigilli all'area, estesa circa mille metri quadrati, sono stati posti per permettere agli esperti nominati dal procuratore di Arezzo Roberto Rossi di effettuare i rilievi in relazione all'ipotesi di reato di "disastro colposo" su cui sta indagando.

All'interno dell'area sequestrata, il gestore dell'infrastruttura, Anas, potrà effettuare tutte le operazioni necessarie alla messa in sicurezza del sito.

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Martedì sono stati inviati sul settore sequestrato un geologo e un ingegnere, nei prossimi giorni verranno effettuati carotaggi, analisi tecniche e misurazioni. L’incarico ai due periti è stato affidato per cercare di comprendere i perché del crollo, tra gli oggetti di un’inchiesta – sempre più voluminosa – che riguarda la disastrata arteria E45. Un fascicolo arricchito dal fatto che sono stati trovati rifiuti speciali nel materiali franato, come emerso qualche giorno fa.

L’ultimo capitolo delle travagliate vicende della E45tra neve, ghiaccio, chiusure e buche giganti – porta di nuovo al crollo di parte della carreggiata, tra la corsia di marcia e il bordo di una piazzola, nei pressi di Pieve Santo Stefano. Nel frattempo sono stati eseguiti lavori urgenti di ripristino da parte di Anas. E il materiale crollato è stato poi rimosso e stoccato da parte di una ditta della Valtiberina. Sull’episodio, evidente dai primi giorni di marzo, è stata aperto un fascicolo da parte della Procura di Arezzo. Con il passare dei giorni gli inquirenti hanno formulato l’ipotesi di “disastro colposo”. Nel frattempo sono stati eseguiti lavori urgenti di ripristino da parte di Anas. E il materiale crollato è stato poi rimosso e stoccato da parte di una ditta della Valtiberina. I carabinieri forestali, nel corso di un accertamento nel sito dove il materiale è stato stoccato, hanno rilevato delle anomalie. In particolare, non avrebbero trovato “terre e rocce da scavo”, etichetta con la quale il materiale era stato stoccato. Secondo i carabinieri forestali si tratterebbe di materiale classificabile come“rifiuti speciali da costruzione e demolizione”.

@MattiaCialini

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