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Cronaca

Dirigenti della vecchia Banca Etruria a giudizio per truffa: procedimenti unificati. Giovedì prossimo in aula i testi della Procura

Tutto rinviato al prossimo 18 gennaio: parte dei procedimenti per truffa a carico di dirigenti di Banca Etruria e direttori di filiale sono stati riuniti e la prossima settimana il processo proseguirà con una mole di imputati e parti civile molto...

Tutto rinviato al prossimo 18 gennaio: parte dei procedimenti per truffa a carico di dirigenti di Banca Etruria e direttori di filiale sono stati riuniti e la prossima settimana il processo proseguirà con una mole di imputati e parti civile molto più ingente. E' quanto ha deciso questa mattina il giudice Angela Avila, che dopo aver accolto la richiesta del pm Andrea Claudiani di inserire nel fascicolo altri 4 casi, ha unificato i procedimenti dei quali era titolare.

Sempre questa mattina si sono costituite circa 20 venti parti civili: clienti di filiali disseminate tra città e provincia vittime del decreto salvabanche.

La prossima settimana il processo entrerà subito nel vivo: saranno infatti ascoltati ben 5 testi della Procura. Si tratta di personale di polizia giudiziaria che illustreranno come sono partite e come si sono svolte le indagini.

Sono stati gli esposti dei risparmiatori a portare al processo. Oggi accanto ai cinque dirigenti che secondo la procura sarebbero stati il braccio operativo dell’istituto di credito, ci sono anche direttori di filiale.

LA VICENDA

Stando a quanto sostenuto dall’accusa, tre di questi funzionari convocavano e partecipavano a riunioni con i direttori delle filiali: proprio durante tali incontri venivano impartite le direttive di vendere ai clienti maggiormente fidelizzati le obbligazioni subordinate emesse dalla Bpel dal giugno all’ottobre 2013. Ovvero prodotti ad alto rischio, venduti prescindendo dal corretto profilo dei clienti. Un sistema che sarebbe stato ben strutturato, tanto che ciascuna unità territoriale – sostiene la procura- aveva un budget da raggiungere e ogni direttore di filiale e dipendente sarebbe addirittura stato valutato sulla base della quantità di titoli venduti. Non solo, c’era anche un rovescio della medaglia: minacce di emarginazione professionale o trasferimenti erano riservati a quei dipendenti che sollevavano critiche o appunti sulla scorrettezza dell’operazione. Una situazione di alta, altissima tensione dimostrata, sempre secondo l’accusa, dal ritrovamento di un file condiviso online nella rete interna della banca, con la “graduatoria” aggiornatadei singoli dipendenti. Una sorta di classifica con i “piazzamenti” affiancati anche da commenti che andavano dall’apprezzamento per coloro che avevano venduto di più al biasimo per chi invece aveva portato a casa meno risultati. Direttive, quelle impartite dai tre funzionari, che sarebbero state trasmesse dagli altri due imputati nella rete territoriale. Questi ultimi inoltre avevano anche il compito di vigilare sull’attuazione di tale direttive e riferire ai superiori l’andamento delle vendite.

Gli imputati dei procedimenti che sono stati unificati oggi, sono accusati di aver attuato tali direttive.

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