rotate-mobile
Cronaca

Delitto di Lucignano, il silenzio di Giacomo: dopo la confessione nessuna parola con il pm

Un colpo di fucile in pieno volto. Così Giacomo Ciriello, appena 18enne, ha ucciso il padre, Raffaele. La tragedia - che ha lasciato sgomenta l'intera Lucignano- si è consumata nella notte tra domenica e lunedì. Il giovane ha atteso il padre nella...

Un colpo di fucile in pieno volto. Così Giacomo Ciriello, appena 18enne, ha ucciso il padre, Raffaele. La tragedia - che ha lasciato sgomenta l'intera Lucignano- si è consumata nella notte tra domenica e lunedì. Il giovane ha atteso il padre nella casa colonica nella quale vivevano, ha sparato con una doppietta e poi ha chiamato i carabinieri. "Ho ucciso il mio babbo" ha detto. E ha atteso che i militari dell'Arma arrivassero per portarlo via.

Ieri pomeriggio si è svolto l'interrogatorio di garanzia. In carcere, presso la casa circondariale San Benedetto di Arezzo, il giovane è apparso provato, scosso. E' stato assistito dall'avvocato Stefano Del Corto. Di fronte al pm Laura Taddei, il giovane ha scelto di rimanere in silenzio.

MOVENTE

Ieri i carabinieri di Cortona, guidati dal comandante Monica Dallari, hanno ascoltato la madre del giovane ed ex moglie della vittima. Dagli elementi raccolti emergerebbe pero' un primo quadro della situazione piuttosto chiaro.

Dietro all'estremo gesto di Giacomo ci sarebbe un rapporto padre figlio ormai logoro. La sofferenza per la separazione dei genitori pare sia stato un scoglio difficilissimo da superare per il ragazzo. Una situazione forse mai accettata fino in fondo. Stando a quanto ricostruito dai militari dell'Arma, l'addio tra i genitori non sarebbe stato consensuale, e il ragazzino (all'epoca dodicenne), era stato più volte sentito in merito. Poi i tanti diverbi sui problemi scolastici avuti durante l'adolescenza, fino a quando il 18enne non ha lasciato gli studi. Infine le liti. Solo da un paio di mesi padre e figlio sembravano aver riallacciato rapporti sereni. Tanto che il ragazzo aveva deciso di tornare a vivere con lui. In realtà però i rapporti avrebbero continuato ad essere tesi. E ieri sera, probabilmente in seguito all'ennesima lite, la situazione è precipitata.

AUTOPSIA

Il corpo di Raffaele Ciriello si trova all'ospedale San Donato di Arezzo. L'autopsia, affidata all'equipe di medicina legale dell'Università di Siena, molto probabilmente si svolgerà domani mattina. Un accertamento che non dovrebbe riservare sorprese: la dinamica della vicenda e le cause della morte sono state chiare fin dai primi momenti in cui il giovane ha chiamato i carabinieri. LA TRAGEDIA

Raffaele Ciriello aveva 51 anni, era originario di Avellino, ma da anni viveva in Valdichiana. Era un fabbro, un artigiano molto conosciuto in paese. E' stato ucciso nella notte tra domenica e lunedì, quando ha fatto rientro a casa. Il figlio Giacomo lo aspettava nella casa colonica a una manciata di chilometri da Lucignano dive vivevano, con la doppietta in braccio. Lo ha visto e gli ha sparato al volto, e lo ha colpito sotto lo zigomo sinistro. Un colpo mortale. Poi ha chiamato i carabinieri: “Ho ucciso mio padre”, ha detto.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Delitto di Lucignano, il silenzio di Giacomo: dopo la confessione nessuna parola con il pm

ArezzoNotizie è in caricamento