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Cronaca

Delitto di Lonnano, verso la convalida dell'arresto. Svolte oggi autopsia e perizia

Mentre ad Arezzo si stava svolgendo l'autopsia di Dino Gori - l'uomo ucciso dalla moglie martedì a Lonnano - nel carcere di Sollicciano Paola Marzenta è stata visitata dal perito della Procura. A meno di 48 ore dal delitto di Lonnano, i due...

Mentre ad Arezzo si stava svolgendo l'autopsia di Dino Gori - l'uomo ucciso dalla moglie martedì a Lonnano - nel carcere di Sollicciano Paola Marzenta è stata visitata dal perito della Procura. A meno di 48 ore dal delitto di Lonnano, i due accertamenti disposti dal pm Andrea Claudiani, sono iniziati in contemporanea. Nel primo caso per verificare ogni dettaglio legato al decesso, nel secondo per valutare quanto gli ematomi che la donna aveva in volto fossero compatibili con le percosse delle quali avrebbe riferito.

"La signora ieri era ancora confusa - spiega l'avvocato Saverio Agostini - non ha ricostruito con chiarezza la vicenda. Gli ematomi dei quali si parla però, quando sono arrivato a Campolungo subito dopo il delitto, li ho visti anch'io: sarà il perito a valutare se c'è compatibilità con eventuali effetti della malattia cronica della quale soffre". La difesa ha intanto nominato un consulente di parte: si tratta del dottor Angelo Stamile. Per domani mattina alle 9,30 è stata fissata l'udienza di convalida dell'arresto presso il carcere di Sollicciano. L'accusa è omicidio volontario. Intanto proseguono le indagini per chiarire gli aspetti più oscuri della vicenda. Il movente non è infatti ancora stato chiarito: Paola non ha detto una parola, anche se gli inquirenti vedono nella situazione di conflittualità di coppia che da lungo tempo stava andando avanti la scintilla che ha fatto deflagare la situazione. Forse un po' più chiara la dinamica di quel tragico pomeriggio. Probabilmente dopo l'ennesima lite - e secondo la difesa dopo alcune percosse - la donna si è recata nella dipendenza dove è situato l'armadietto blindato in cui era custodito il fucile. Le chiavi erano sulla toppa. La 58enne ha aperto, ha imbracciato il fucile e ha cercato delle munizioni. Avrebbe trovato una vecchia cartuccia - pare che nella dipendenza ce ne fossero alcune, di vecchissima data, sparpagliate - e ha caricato l'arma. Poi è entrata nell'abitazione. Ha trovato Gori che stava mangiando e ha sparato a bruciapelo. Quindi ha chiamato i soccorsi e l'avvocato. In seguito sono state allertate le forze dell'ordine. I carabinieri di Bibbiena, guidati dal capitano Fabbian e coordinati dal pm Andrea Claudiani, hanno raccolto le impronte digitali presenti sul fucile e hanno condotto la prova dello stub sulle mani della donna: tutti i campioni raccolti sono stati inviati al Racis di Roma per le analisi. In questo modo sarà accertata anche attraverso le prove la responsabilità di quello sparo.
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