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Cronaca

Delitto della discoteca, esame del dna sulla maglia di Izvoranu. Il teste: "Non vidi armi nelle sue mani"

La perizia si farà. La maglia che Vasile Izvoranu indossava nella notte in cui morì Piro Mocka e quella della stessa vittima saranno analizzate da un perito scelto dalla difesa. E' quanto ha deciso pochi giorni fa la Corte di Assise di Arezzo in...

La perizia si farà. La maglia che Vasile Izvoranu indossava nella notte in cui morì Piro Mocka e quella della stessa vittima saranno analizzate da un perito scelto dalla difesa. E' quanto ha deciso pochi giorni fa la Corte di Assise di Arezzo in seguito alla richiesta del legale che assiste il giovane rumeno, Gianno Bertuccini.

La tesi della difesa è chiara: se davvero Izvoranu ha accoltellato il giovane albanese allora i suoi indumenti dovrebbero essere impregnati o quanto meno sporchi del sangue della vittima. Il perito dovrà proprio verificare se il dna di Mocka si trova nella maglia.

Izvoranu fin da quella notte si è dichiarato innocente: non ha acconsentito al rito abbreviato e ha deciso di percorrere la strada del processo in Corte d'Assise. In suo favore ha due deposizioni: quella della sorella e quella di un ragazzo che quella notte si trovava di fronte alla discoteca,, un suo amico. Quest'ultimo è stato ascoltato pochi giorni fa in udienza e ha raccontato di non aver visto armi nelle mani di Izvoranu prima che accadesse la tragedia. Poi ci fu un fuggi fuggi generale, tanta confusione, ma dell'arma il testimone ha affermato di non essersi accorto.

Il risultato della perizia è atteso entro aprile, quando è prevista una nuova udienza. A maggio verranno poi sentiti i testi chiamati a deporre dal Pm Elisabetta Iannelli. La sentenza per questa drammatica vicenda è prevista per il prossimo luglio.

Secondo l’accusa Izvoranu, durante una rissa scatenata per futili motivi, poi degenerata forse per colpa dell’alcol, si avventò con un coltello sul 29enne albanese Piro Moka. In quel piazzale i due non erano soli, c’erano anche alcuni amici di Izvoranu e altri di Mocka. E poi c’era la sorella dell’imputato che, già processata con rito abbreviato, sta scontando una pena di sei anni per tentato omicidio, per aver ferito con un coltello un albanese in quella tragica notte di settembre.

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