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Delitto del fiume. Gli avvocati incontrano Polverini in carcere: "Presto per pensare a strategie difensive"

"Ancora è troppo presto per studiare qualsiasi strategia difensiva". A dichiararlo sono gli avvocati Roberta Blasi e Mario Cherubini difensori di Piter Polverini, unico indagato per la morte di Katia Dell'Omarino. Oggi i legali hanno...

"Ancora è troppo presto per studiare qualsiasi strategia difensiva".

A dichiararlo sono gli avvocati Roberta Blasi e Mario Cherubini difensori di Piter Polverini, unico indagato per la morte di Katia Dell'Omarino.

Oggi i legali hanno incontrato il loro assistito all'interno del carcere San Benedetto. Con lui sono rimasti circa quaranta minuti. "Per il momento abbiamo solamente parlato del suo stato d'animo - spiegano gli avvocati Blasi e Cherubini - non abbiamo affrontato altri temi. Oggi, durante l'interrogatorio di garanzia davanti al gip Anna Maria Loprete, ha preferito rimanere in silenzio. E' molto scosso e provato per tanto ha scelto di non parlare". Dunque Polverini, il 24enne di San Giustino Umbro che dal 16 settembre si trova dietro le sbarre del carcere di Arezzo con l'accusa di omicidio volontario, ha scelto di trincerarsi ancora dietro al silenzio. Nessuna confessione. Nemmeno una parola su quello che è successo a Sansepolcro la notte del 12 luglio scorso, quella in cui lui e Katia Dell'Omarino si sono incontrati prima al bar La Perla Nera per poi appartarsi in auto nei pressi del Ponte San Francesco. "Ancora non siamo in grado di affermare se opteremo per il rito abbreviato oppure no - spiegano Blasi e Cherubini - E' davvero molto prematuro. Non si più fare nessuna strategia. Prima di parlare con il nostro assistito dei fatti dobbiamo visionare e valutare tutte le carte dell'inchiesta raccolte dagli inquirenti sino ad oggi. La mole è davvero consistente e prima di fare qualsiasi scelta vogliamo visionare la documentazione". Silenzio totale da parte del giovane della Valtiberina. Un silenzio che, dopo il primo sfogo avuto con i carabinieri prima del suo arrivo in caserma ad Arezzo, lo continua ad accompagnare passo dopo passo. "Delle dichiarazioni spontanee che il nostro assistito avrebbe rilasciato non sappiamo niente - concludono gli avvocati - anche perché negli atti non c'è nulla a riguardo". Infatti, la confessione fatta ai militari aretini e biturgensi al momento dell'arresto non potrà essere utilizzata in fase giudiziaria poiché rilasciata dall'accusato senza la presenza di alcun avvocato difensore.

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