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Cronaca

Delitto del fiume: Piter Polverini condannato a 16 anni

Piter Polverini, il 25enne di San Giustino Umbro che un anno fa uccise la 39enne biturgense Katia dell'Omarino, è stato condannato a 16 anni. Oggi pomeriggio, alle 15,30, è stato letto il verdetto. Tra novanta giorni le motivazioni. La condanna...

Piter Polverini, il 25enne di San Giustino Umbro che un anno fa uccise la 39enne biturgense Katia dell'Omarino, è stato condannato a 16 anni.

Oggi pomeriggio, alle 15,30, è stato letto il verdetto. Tra novanta giorni le motivazioni. La condanna supera la richiesta della procura di un anno.

In mattinata c'era stato uno scontro tra le parti sulle perizie. L'accusa, sostenuta dal pm Julia Maggiore, non aveva accettato l'ipotesi di semi infermità mentale dell'imputato e aveva confermato, nella requisitoria, la richiesta di condanna a 15 anni.

Gli avvocati difensori di Piter, Piero Melani Graverini e Mario Cherubini, avevano esposto le loro ragioni, cercando di ottenere tutte le attenuanti possibili per il loro assistito.

L’avvocato Anna Boncompagni, che sosteneva le ragioni dei familiari della vittima, avrebbe voluto che fosse riconosciuta l’aggravante della crudeltà, non accolta dalla procura.

Il giudice, Piergiorgio Ponticelli, pur accogliendo la tesi della difesa sulla semi infermità mentale, ha però condannato l'imputato a 24 anni (il massimo), che, con la riduzione di un terzo della pena per via del rito abbreviato, sono diventati 16 anni.

Ammontano a oltre 400mila euro i risarcimenti stabiliti dal tribunale di Arezzo: 311mila euro alla madre di Katia e 120mila al fratello.

Le reazioni degli avvocati

La prima a parlare, uscita dall'aula di tribunale, è stata Anna Boncompagni, legale della famiglia Dell'Omarino: "Sono rammaricata per la non contestazione della crudeltà, ma soddisfatta del verdetto".

"Non sappiamo quali siamo i ragionamenti del giudice - ha detto invece Piero Melani Graverini - nel bilanciamento tra aggravanti e attenuanti che hanno portato alla decisione dei 16 anni. Ma ci può stare. Vedremo le motivazioni della sentenza per capire se ci sono punti attaccabili". Un concetto ribadito da Mario Cherubini: "Valuteremo se ci saranno spazi per un eventuale appello , nell'interesse del nostro assistito".

La ricostruzione delitto

E' passato quasi un anno dall'omicidio. Era la notte tra l'11 e il 12 luglio del 2016 quando si consumò il delitto. Il giovane e la 39enne avevano avuto un rapporto sessuale, al termine del quale ebbero una lite per dei soldi. Venti euro, dieci in più rispetto a quanto pattuito per il rapporto. Polverini ha raccontato in aula che quei dieci euro in più non li aveva e di fronte all'insistenza di Katia avrebbe perso la testa.

E' stato così che avrebbe aggredito la donna, con ferocia: prima a pugni, poi tentando di strangolarla, quindi finendola con un martello che il padre teneva nell'auto. Quell'arma che prima Piter nascose e poi, di sua spontanea volontà, mostrò ai carabinieri della tenenza di Sansepolcro quando lo arrestarono lo scorso settembre.

@MattiaCialini

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