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Cronaca

Delitto del fiume, Piter e i suoi segreti chiusi nella cella del San Benedetto. Attesa per l'incontro con gli avvocati

Una settimana e un giorno. Piter Polverini è chiuso nel silenzio, in una cella del carcere San Benedetto di Arezzo da venerdì scorso. Da quando, prelevato dai Carabinieri con l'accusa di omicidio volontario, li ha seguiti in caserma e ha indicato...

Una settimana e un giorno. Piter Polverini è chiuso nel silenzio, in una cella del carcere San Benedetto di Arezzo da venerdì scorso. Da quando, prelevato dai Carabinieri con l'accusa di omicidio volontario, li ha seguiti in caserma e ha indicato loro dove si trovava l'arma del delitto. Quel martello che, secondo gli inquirenti, avrebbe scagliato più e più volte contro Katia Dell'Omarino, la 39enne biturgense morta la notte tra l'11 e il 12 luglio scorso. E oggi potrebbe essere il giorno nel quale, insieme agli avvocati che lo assistono - Mario Cherubini e Roberta Blasi - Polverini potrebbe fare chiarezza su molti aspetti. E' infatti previsto in carcere un incontro tra i legali e il 24enne di San Giustino Umbro. Un faccia a faccia nel quale il giovane potrà aprirsi e al termine del quale potrebbe essere già delineata una bozza della linea difensiva. Per il momento il ragazzo, dopo una iniziale ammissione, si è trincerato nel silenzio. "E' molto confuso" hanno detto gli avvocati. Le strategie, di fronte ad una accusa così pesante, non sono molte: il rito abbreviato potrebbe ridurre di un terzo l'eventuale condanna. Comporterebbe, di fatto, l'ammissione del reato, in una collaborazione con gli inquirenti. E così la pena potrebbe aggirarsi sui 14 anni di reclusione.

In attesa di questo importante faccia a faccia, il lavoro degli inquirenti prosegue. Per lunedì è infatti atteso il conferimento da parte della Procura dell'incarico alla dottoressa Isabella Spinetti - la genetista dell'Università di Pisa che ha isolato il profilo biologico di Polverini - per svolgere accertamenti tecnici irripetibili sul martello, il panno sporco di sangue e l'auto che quella sera utilizzava Polverini (ovvero la Nissan X Trail del padre). Mentre l'ipotesi di una perizia psichiatrica non sarebbe stata ancora confermata.

Oggi, al San Benedetto, è anche giorno di visite. E proprio la famiglia del 24enne, il padre Bruno e la sua compagna Patrizia, potrebbero presentarsi in via Garibaldi. In questa delicatissima fase, anche solo un confronto, uno scambio di opinioni con i genitori, potrebbe essere fondamentale.

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