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Cronaca

Delitto del fiume, indagini senza sosta: 200 testi sentiti. Le frequentazioni di Katia: molti ultra 50enni

Circa 200 persone sentite. La maggior parte uomini, ma anche bariste e cameriere dei locali che Katia frequentava. Proseguono senza sosta le indagini sull'omicidio della 40enne di Sansepolcro. Non c'è pausa di Ferragosto che tenga per i...

Circa 200 persone sentite. La maggior parte uomini, ma anche bariste e cameriere dei locali che Katia frequentava. Proseguono senza sosta le indagini sull'omicidio della 40enne di Sansepolcro. Non c'è pausa di Ferragosto che tenga per i militari della tenenza dei Carabinieri che stanno indagando sul caso. Nuovi sopralluoghi nei locali che furono tappe di quella terribile sera dell'11 luglio sono stati eseguiti in questi giorni. E poi l'ascolto, costante, di tutte le voci che circolano sulla vicenda. Fino all'invito in caserma di altri testimoni. Molti nomi arrivano dall'agendina di Katia. Altri emergono dal vaglio dei tabulati telefonici (sono stati presi in considerazione anche contatti più lontani nel tempo).

200 TESTIMONIANZE

E adesso le testimonianze sono arrivate a quota duecento. In larga parte si tratta di uomini: frequentazioni trasversali, ci sono 35enni ma anche - ed è la maggioranza - ultra cinquantenni. Ci sono pensionati e personaggi noti nella vallata. Tra questi probabilmente c'è anche la persona che ha più volte chiamato Katia quella sera senza avere mai una risposta.

cadavere sansepolcro2Tra queste forse potrebbe esserci anche l'uomo che, in un impeto di rabbia ha massacrato la donna quella notte. Quello che le indagini hanno infatti appurato, sarebbe proprio l'assenza di premeditazione dell'omicidio. Subito dopo aver consumato il rapporto, tra Katia e il suo assassino è accaduto qualcosa. Una richiesta di soldi eccessiva? Oppure un ricatto? Non si sa. Quello che però è apparso chiaro alla luce dei risultati dell'autopsia è che l'omicidia si è scagliato con inaudita violenza sulla donna, tanto da far anche pensare - e questo particolare emerge solo adesso - che Katia potrebbe essere morta prima ancora di aver ricevuto i colpi alla testa. L'assassino avrebbe dunque avuto la forza fisica e la prestanza che gli hanno permesso di lottare con lei (lo dimostrano le tracce biologiche rimaste sotto alle unghie della donna), bloccarla e non lasciarle scampo.

VITA SOPRA LE RIGHE

Katia era molto conosciuta in Valtiberina per la sua passione per la danza. Nei locali, nelle sagre paesane era protagonista delle piazza. Ma pochi forse sapevano che un'altra passione l'aveva rapita negli ultimi tempi. Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, la 40enne era ludopatica. Una situazione che - come putroppo capita, senza eccezioni, in questi casi - l'avrebbe portata alla continua ricerca di soldi. Un aspetto della vita di Katia che però non sembra assolutamente collegato alla sua morte. Non esisterebbe infatti nessun collegamento con il mondo del gioco. Se non quella necessità costante di trovare soldi.

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