Crac del gruppo Mancini, in aula il commissario straordinario. Entra nel vivo il processo per bancarotta
Gli ufficiali della Guardia di Finanza che hanno seguito le indagini e il commissario straordinario Casilli in aula per testimoniare: entra nel vivo il processo sul crac del Gruppo Mancini, che vede sul banco degli imputati Piero Mancini, ex...
Gli ufficiali della Guardia di Finanza che hanno seguito le indagini e il commissario straordinario Casilli in aula per testimoniare: entra nel vivo il processo sul crac del Gruppo Mancini, che vede sul banco degli imputati Piero Mancini, ex patron dell’Arezzo, insieme alla figlia Jessica, al nipote Giovanni Cappietti (commercialista), e ai due amministratori di società del gruppo Grotti e Sorvillo.
Su di loro pendono nove i capi di imputazione relativi a operazioni infragruppo molto simili fra loro. Stando alla ricostruzione dell'accusa, sostenuta dal procuratore Roberto Rossi, i 4 avrebbero veicolato soldi dello stesso gruppo da una società all’altra, fino a svuotare le casse e causare una “bancarotta per distrazione”. In pratica i soldi di una società venivano prelevati per chiudere i buchi di un’altra società e così via, in un meccanismo che ricorda le scatole cinesi. Nell’arco di circa 10 anni sarebbero state così movimentate alcune decine di milioni di euro e coinvolte le società Mancini Group, Mancini Re, Ciet Impianti e Coeti. La strategia difensiva impostata dal legale Luca Fanfani punterà invece a chiarire e giustificare proprio lo spostamento di queste ingenti quantità di denaro. Domani mattina, incalzati dalle domande del pm e dal controesame della difesa, di fronte al collegio presieduto dal giudice Angela Avila, saranno chiamati a deporre numerosi testi. Tra questi i finanzieri che condussero le indagini, che ricostruiranno in aula i nodi cruciali dell'inchiesta, e il commissario straordinario Antonio Casilli che probabilmente sarà chiamato a descrivere la situazione che trovò al suo arrivo.