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Cronaca

Crac Banca Etruria, finanzieri in aula: "Attraverso le mail scoperta la macchina della truffa". Nuova udienza per bancarotta

"La cabina di regia è stata scoperta attraverso le email che i dirigenti si scambiavano e scambiavano con i direttori". Così il sistema messo a punto per piazzare le obbligazioni subordinate di Banca Etruria è stato illustrato ieri in aula durante...

"La cabina di regia è stata scoperta attraverso le email che i dirigenti si scambiavano e scambiavano con i direttori". Così il sistema messo a punto per piazzare le obbligazioni subordinate di Banca Etruria è stato illustrato ieri in aula durante una nuova udienza del procedimento che vede sul banco degli imputati 37 tra dirigenti e direttori di filiale dell'ex istituto di credito sui quali pendono le accuse di truffa e incitazione alla truffa.

Incalzato dalle domande del pm, preciso e puntiglioso nelle risposte il capo della tributaria Abruzzese ha risposto con determinazione. La procura incaricò la Guardia di Finanza di Arezzo di svolgere le indagini. Dalle verifiche sui computer e in particolare da quelle sulla corrispondenza elettronica venne a galla il metodo con il quale venivano venduti i titoli. Email con le quale sarebbero anche stati incitati i dipendenti a piazzare questi prodotti ad alto rischio ai clienti maggiormente fidelizzati. Come? Con promesse di promozioni o vantaggi economici, ma anche con ostracismo nei confronti di chi non si adeguava al metodo. Stralci di queste mail sono stati letti dallo stesso Abruzzese in aula.

Al centro del dibattimento gli esiti delle indagini sui Mifid e in particolare, sul profilo di rischio assegnato ai clienti, con informazioni che potrebbero essere state aggiunte a posteriori o addirittura senza la firma dei clienti.

LA TESI DELLA PROCURA

La tesi della Procura è che tre di questi funzionari convocavano e partecipavano a riunioni con i direttori delle filiali: proprio durante tali incontri venivano impartite le direttive di vendere ai clienti maggiormente fidelizzati le obbligazioni subordinate emesse dalla Bpel dal giugno all’ottobre 2013. Ovvero prodotti ad alto rischio, venduti prescindendo dal corretto profilo dei clienti. Un sistema che sarebbe stato ben strutturato, tanto che ciascuna unità territoriale – sostiene la procura- aveva un budget da raggiungere e ogni direttore di filiale e dipendente sarebbe addirittura stato valutato sulla base della quantità di titoli venduti. Non solo, c’era anche un rovescio della medaglia: minacce di emarginazione professionale o trasferimenti erano riservati a quei dipendenti che sollevavano critiche o appunti sulla scorrettezza dell’operazione. Una situazione di alta, altissima tensione dimostrata, sempre secondo l’accusa, dal ritrovamento di un file condiviso online nella rete interna della banca, con la “graduatoria” aggiornatadei singoli dipendenti. Una sorta di classifica con i “piazzamenti” affiancati anche da commenti che andavano dall’apprezzamento per coloro che avevano venduto di più al biasimo per chi invece aveva portato a casa meno risultati.

Nelle ore pomeridiane, il turno dei legali degli imputati per il controesame che si sono cimentati con una raffica di domande, al termine delle quali sono apparsi particolarmente soddisfatti. Il controesame puntava a dimostrare come i funzionari - i cinque cioè accusati di istigazione alla truffa - in realtà non si fossero comportati in "maniera anomala" ma avessero seguito l'ordinario modo di gestire la vendita di qualsiasi prodotto finanziario da parte degli istituti di credito in generale. Una tesi che le difese pensano sia riuscita ad emergere nella sua completezza.

Il prossimo appuntamento in aula è per il 24 maggio. Intanto domani si celebra una nuova udienza per il procedimento relativo alla bancarotta. Dopo le richieste dei legali degli imputati, è arrivato il momento della replica dal pm Claudiani. Poi, dalla prossima settimana, l'udienza preliminare si concentrerà sulle richieste di rito abbreviato da parte di 4 imputati:l’ex presidente Giuseppe Fornasari, l’ex direttore generale Luca Bronchi, l’ex vicepresidente Alfredo Berni e l’ex consigliere Rossano Soldini. Il 25 maggio è prevista in aula l’audizione di Luca Bronchi.

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