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Cronaca

Agazzi, tamponi tutti negativi e due da ripetere. Il direttore: "Buona notizia, ma non abbassiamo la guardia"

Intanto le scorte di presidi di protezione individuali sono scarse e sono attesi gli arrivi di quelli ordinati

"Tutti i tamponi degli operatori dell'istituto sono risultati negativi". E' una buona notizia quella che arriva dall'Istituto di Riabilitazione di Agazzi, il centro che dalla collina della periferia di Arezzo guarda alla città con i suoi reparti e che nei giorni scorsi è stato dolorosamente colpito dal contagio del coronavirus. Prima due operatori della struttura che fanno attività prevalente nella parte definita post-acuta, con loro un paziente già dimesso e del quale era stato reso noto il contagio tramite il medico di famiglia, poi altri due operatori.

Mentre il reparto Abilia (nome della post-acuta) ha iniziato a liberare letti e trasferire i pazienti per essere chiuso, sono iniziati i tamponi a tappeto. Prima sugli ospidi di Agazzi che nei quattro piano sono ben oltre 100, poi tra gli operatori. I primi 28 risultati avevano dato una flebile speranza che il contagio iniziale non esplodesse, come è accaduto in altri tipi di residenze e oggi è arrivata la conferma. Anche tutti gli altri tamponi effettuati, su chi lavora ad Agazzi, sono risultati negativi.

"Su 136 tamponi ci sono soltando due persone che devono ripeterlo perché il primo fatto non era significativo e quindi a breve si sottoporanno di nuovo al test. E' una buona notizia - commenta il direttore sanitario Giorgio Apazzi - ma questo non ci consente di poter abbassare la guardia."

Un problema sorto nei giorni scorsi era quello della mancanza di mascherine adeguate e degli altri presidi di protezione individuale.

"Le scorte sono ancora limitate e non è facile fare approvvigionamenti - spiega il direttore sanitario di Agazzi - abbiamo messo in piedi una serie di ordini scaglionati, di mascherine chirurgiche, di camici monouso e di guanti, quindi piano piano stanno arrivando."

Intanto il reparto di post-acuta è chiuso. 

"Dobbiamo valutarne la riapertura - conclude Apazzi - ma comunque si parla del periodo successivo alla Pasqua."

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