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Cronaca

Il calendario della quarantena della bimba della Monte Bianco. La mamma: "Noi in autoisolamento per scelta"

Il racconto dei primi giorni di isolamento di una famiglia di tre persone che ha ricevuto l'ordinanza per la figlia che frequenta la scuola Monte Bianco

"Ho giocato con il babbo e con la mamma, ho fatto il pane in casa e un po' di compiti". Vita che scorre tra le mura di casa di un appartamento di Arezzo dove una famiglia di tre persone si trova in quarantena. La piccola che ci racconta la sua giornata frequenta una classe del tempo corto della scuola Monte Bianco e come tutti i suoi 'colleghi' alunni è in isolamento obbligato fino al 16 marzo. Una misura preventiva decisa dalla Asl e messa in pratica con l'ordinanza del sindaco in seguito alla positività al tampone per il coronavirus di una maestra della scuola. A quel punto i suoi genitori hanno deciso e messo in pratica l'autoisolamento. Hanno potuto impostare il lavoro da casa e avuto anche la comprensione e la disponibilità dei propri datori di lavoro.

La piccola, di cui non faremo il nome per rispetto della privacy, così come per i suoi genitori, racconta di aver capito che deve stare un po' di giorni a casa per proteggersi: "Perché una maestra ha il coronavirus, perché il coronavirus è in giro e poi hanno chiuso le scuole" spiega facendo capire anche che passare così tante ore con il babbo e la mamma è bello e normalmente non capita di frequente visto che tutte e due lavorano.

Adesso la famiglia entra nel terzo giorno di isolamento come racconta la mamma:

"Si, abbiamo ricevuto la chiamata dalla segreteria del sindaco giovedì sera verso le 22 e poi l'ordinanza per email a mezzanotte e mezza, quando era già venerdì notte. Eravamo già tutti a casa da qualche ora e con la decisione presa di autoisolarsi lavorando da casa anche noi genitori. So che lo hanno fatto moltissimi della nostra scuola" racconta la mamma.

Come si passa il tempo a casa?

"C'è del lavoro arretrato, lavatrici da fare, stirare i panni e pulire, infatti per ora mi sono fermata ben poco. Certo è una condizione faticosa, quella di non essere liberi di fare quello che si vuole, la noia si sente, ma è anche bello stare insieme a lungo. E poi fortunatamente abbiamo un appartamento un po' grande che ci offre spazi di autonomia."

Come avete parlato con la vostra figlia? Come gli avete spiegato che doveva stare in casa per molti giorni?

"Le abbiamo detto la verità con parole semplici, in fondo l'informazione sul coronavirus girava da molti giorni, lei ne aveva già parlato con i maestri a scuola, su come lavarsi le mani, come starnutire, anche le maestre avevano dato una spiegazione, la cosa più difficile è stata farle capire che non poteva uscire di casa, che non poteva vedere le sue amichette.  Per farle capire meglio il passare del tempo ha disegnato un calendario con i giorni della quarantena, con i cuoricini e le stelline con i giorni che mancano e ogni mattina quando si alza mette una crocetta per cancellare il giorno che passa e così capisce che manca sempre meno tempo alla fine dell'isolamento."

Come si immagina i prossimi giorni?

"Beh forse saranno un pochino più difficili, qualche segno di nervosismo si può già vedere, ma sta a noi genitori essere consapevoli, pronti e anche attrezzati con tante cose da fare. Abbiamo materiale per fare i lavoretti, i compiti che ci mandano le maestre, dei semini da piantare, insomma ci siamo ben organizzati."

Quando avete avuto la notizia della seconda maestra contagiata che effetto vi ha fatto?

"Certo non posso negare che ci ha creato un po' di apprensione in più, per i nostri bambini, pensiamo spesso all'arco temporale del contagio, speriamo che si fermi qui, che non tocchi bambini e che non esca dalla scuola."

Siete in contatto con la scuola?

"Certo abbiamo ricevuto tutti gli aggiornamenti dal preside, una persona che si sta dimostrando davvero forte e preparata, nonostante le difficoltà del momento. Apprezziamo molto quello che sta facendo."

Ci sono lati positivi in tutto questo strano momento che state e che stiamo vivendo?

"Certo un'ondata di solidarietà e di buoni sentimenti, il recupero di rapporti personali anche a distanza, l'affetto di tantissime persone. Per fare alcuni esempi, l'amico giocattolaio ci ha lasciato alcune scatole di giochi da tavolo in fondo alle scale, i vicini ci hanno fatto trovare le figurine da attaccare per la bambina, ci hanno portato il gelato, sempre in fondo alle scale di casa. E poi un cordone di affetto e di empatia tra genitori, nella chat di classe, mostrata anche con telefonate e con le videochiamate per far vedere i propri figli, per far salutare le amichette."

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