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Cronaca

Due negativizzati e domani una dimissione. Dalla terapia intensiva parla Feri: "Siamo ben organizzati"

Il direttore racconta la sua esperienza con i malati Covid in terapia intensiva e spiega l'organizzazione messa in piedi

Sette pazienti covid ricoverati in rianimazione, venti nel reparto di malattie infettive. Questo il punto attuale che arriva da parte del dottor Marco Feri direttore dell'area funzionale della terapia intensiva dell'Asl Toscana Sud Est:

"La situazione aretina è migliore di quanti rilevato in altre zone della Toscana anche se non è chiaro il perché, i casi che abbiamo per adesso sono in numero limitato. Con 27 ricoverati stiamo mantenendo un ottimo sistema di collegamento tra le malattie infettive, la terapia intensiva, la pneumologia e il pronto soccorso" ha spiegato il dottor Feri.

"Stiamo comunque vivendo un momento surreale, non mi sarei mai aspettato di vedere qui le scene che abbiamo visto in Cina, per fortuna abbiamo avuto un tempo di preparazione adeguato e nel momento in cui è iniziata l'ondata lombarda abbiamo avuto un bel periodo di preparazione di un sistema che vede impegnati soprattutto i due ospedali maggiori come Arezzo e Grosseto dove è stato preparato un piano di posizionamento dei posti letto adeguata, completamente e ben attrezzati. Questa programmazione ci permetterebbe di poter far fronte immediatamente al caso in cui arrivassero 10 pazienti improvvisamente. Siamo stati pronti, ci siamo preparati anche con i materiali necessari anche se è evidente che alcune cose sono difficili da reperire nel mercato, come ad esempio ventilatori polmonari con le performance che vogliamo avere. Un po' di crisi possiamo averla per i sistemi di protezione individuale, ma stiamo reggendo, tutto dipenderà da che numero di pazienti arriverà.

Il picco

"La Regione Toscana ci ha mostrato il picco previsto intorno al 28 o il 29 marzo,  se questa data sarà rispettata ci rende ancora più partecipi nella programmazione."

Le dimissioni

In terapia intensiva abbiamo avuto finora 9 pazienti, di cui due sono già stati dimessi perché i loro tamponi si sono negativizzati e un altro paziente verrà dimesso domani.

I pazienti

"Sono pazienti che abbiamo imparato a conoscere ora, sia dalla letteratura scientifica cinese e del nord Italia, e poi li abbiamo conosciuti di persona, sono completamente differenti dai preceenti, hanno difficoltà di gestione, necessitano di tanti infermieri e di oss presenti oltre al dottore. Abbiamo creato anche una "bolla covid" per alcuni pazienti anche ventilati in attesa di avere una risposta dal loro tampone."

Le capacità di accoglienza del San Donato

"Nella realtà aretina abbiamo ritrovato una serie di comunioni di lavoro che era difficile trovare in altri momenti. Abbiamo allestito ben 30 posti letto di rianimazione e altri 70 di area infettivologica pneumologica. Sono soddisfatto dal punto di vista organizzativo, ma impaurito per quello che potrebbe arrivare, i pazienti arrivano a ondate e questo può mettere in crisi il sistema. Siamo in contatto con tre ospedali del nord anche per scambiarci le pratiche legate ai nuovi farmaci inseriti per i quali vanno elaborati anche i momenti giusti di somministrazione."

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