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Cronaca

Condannato per omicidio a 26 anni, è ai domiciliari e chiede di uscire per lavorare: "Mi devo mantenere"

Condannato a 26 anni per omicidio volontario, chiede il permesso per poter uscire di casa per andare al lavoro. Due anni di processo, poi la condanna e i domiciliari con il braccialetto elettronico (in attesa del processo d'Appello): Vasile...

Condannato a 26 anni per omicidio volontario, chiede il permesso per poter uscire di casa per andare al lavoro. Due anni di processo, poi la condanna e i domiciliari con il braccialetto elettronico (in attesa del processo d'Appello): Vasile Izvoranu, ritenuto colpevole dalla Corte d'Assise di Arezzo per la morte di Moka Piro in seguito ad un diverbio in un locale notturno, chiede di poter svolgere un lavoro che gli permetta di sostentarsi. I suoi legali lo hanno già fatto alla Corte d'Assise stessa, che rigettò l'istanza. Adesso gli avvocati Gianni Bertuccini e Michele Passione hanno fatto ricorso presso il tribunale del Riesame di Firenze e la discussione si svolgerà entro fine mese.

Una situazione particolare fin dall'inizio quella del giovane rumeno che vive adesso in provincia di Ancona. La sera stessa della condanna a 26 anni di carcere, salì in auto da solo e tornò a casa: non fu disposto nessun tipo di accompagnamento. La Corte d'Assise non ritenne ci fosse pericolo di fuga.

"Proprio in virtù di questo - spiega l'avvocato Bertuccini - abbiamo deciso di fare ricorso anche per quanto riguarda la possibilità di poter uscire e fare un lavoro nei pressi della propria abitazione. Non solo: il giovane adesso vive lontano da Arezzo e lontano da tutte le frequentazioni che aveva in precedenza. Un elemento che speriamo possa essere valutato. Sono due anni che non lavora e ha bisogno di sostentarsi in qualche modo". Izvoranu ha 28 anni e di fronte a sé una condanna pesantissima. Ma anche la possibilità di un processo bis. La richiesta per l'appello è stata infatti depositata qualche mese fa, ma i tempi saranno lunghi: la legge prevede un anno e mezzo di tempo per incardinare e far partire il procedimento. Secondo i legali ci sono buone probabilità che la macchina della giustizia riparta all’inizio dell’estate. Nel frattempo il giovane resta nella sua abitazione. Sorvegliato da un braccialetto elettronico.

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