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Cronaca

Colture e aziende della Valdichiana in ginocchio dopo la "bomba d'acqua". Confagricoltura: "Perso il 50% del raccolto"

140 millimetri di pioggia in meno di un'ora. Campi allagati. Colture danneggiate e più di 50 richieste di intervento ai vigili del fuoco arrivate da parte dei residenti della zona. Questo l'amaro bilancio del pomeriggio di martedì 12 giugno...

140 millimetri di pioggia in meno di un'ora.

Campi allagati. Colture danneggiate e più di 50 richieste di intervento ai vigili del fuoco arrivate da parte dei residenti della zona.

Questo l'amaro bilancio del pomeriggio di martedì 12 giugno quando la Valdichiana, e nello specifico il territorio cortonese, si è ritrovato letteralmente sommerso di acqua piovana. Tra le aree più colpite ci sono le frazioni di Riccio, Terontola, Pietraia e Ossaia. Luoghi dalla grande vocazione e tradizione agricola dove le colture sono la parte più consistente dell'economia locale.

Una situazione molto grave che ha colpito al cuore le aziende agricole della zona. Un scenario difficile che, come ricordato da Confagricoltura: "ha messo in ginocchio imprese intere che hanno perso oltre il 50% del raccolto. Siamo in emergenza e ci appelliamo alla Regione perché si possano attivare da subito le misure di sostegno che possano permettere a queste realtà di sopravvivere". “I danni maggiori – spiega il direttore Gianluca Ghini – si sono registrati nelle colture di grano e di girasole. Sradicati anche alcuni muretti con casi di allagamento per aziende che oggi non sono più in condizione di lavorare. Stiamo procedendo nell'effettuare una stima complessiva di danni ma, anche alla luce di un 2017 e un inizio 2018 molto complicati, siamo tutt'altro che ottimisti.” “E' evidente che l'agricoltura toscana sta attraversando una situazione di forte criticità – aggiunge Confagricoltura Toscana – in cui gli imprenditori che lasciano sono sempre di più rispetto ai giovani che vogliono intraprendere questo mestiere. Voglio ricordare come l'unicità del nostro territorio sia tale proprio grazie all'attività di chi lavora ogni giorno i campi. Ci appelliamo quindi al nuovo Governo, nella speranza che possa intraprendere un percorso di risanamento di un settore che non può più essere lasciato solo.”

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