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Cronaca

Coca ed eroina, 20 euro a dose. Ragnatela dello spaccio da Pescaiola al Giotto: 4 arresti

Eroina e cocaina. Prezzi popolari, alla portata di qualsiasi tasca. Venti euro a dose. Una processione di clienti che arrivava nei quartieri dello spaccio di Arezzo dal resto della città e della provincia. Schiere di tossicodipendenti dal...

Eroina e cocaina. Prezzi popolari, alla portata di qualsiasi tasca. Venti euro a dose. Una processione di clienti che arrivava nei quartieri dello spaccio di Arezzo dal resto della città e della provincia. Schiere di tossicodipendenti dal Casentino, dalla Valdichiana, dal Valdarno e dalla Valtiberina. Ecco perché la polizia, che ha condotto l'operazione per quasi un anno, l'ha chiamata Quattro Valli.

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Quattro gli spacciatori finiti nella rete della squadra mobile di Arezzo, che si aggiungono ai cinque arresti in flagranza di reato avvenuti nel corso dei mesi dell'indagine, da gennaio ad oggi. In manette tre magrebini - due della Tunisia (A.C. di 35 anni e R.W di 29) e uno dell'Algeria (A.Y.A. di 43 anni) che ora si trovano in carcere tra Arezzo e Sollicciano - e un italiano, F.V. di 38 anni, residente a Sansepolcro, ai domiciliari.

Mesi e mesi di spaccio passati sotto la lente di ingrandimento, tra appostamenti, rapidi blitz e intercettazioni telefoniche (10mila). I luoghi sono quelli più noti della vendita di droga al dettaglio di Arezzo, strade e piazze pubbliche, a cui si sono aggiunti - col passare dei mesi - luoghi privati. Saione e Pescaiola le aree predilette, ma non di rado si è spacciato anche al Giotto. Davanti a scuole, vicino ai bambini che si divertivano nei parchi pubblici. I pusher davano appuntamento in piazza Zucchi, in via Trasimeno, in via XXV aprile, in zona Giotto. In 10-15 minuti esaurivano le richieste di tutti i clienti, poi scappavano.

Il modus operandi dei quattro, incriminati a vario titolo con 14 capi di imputazione differenti, era consolidato. Giravano con modiche quantità di stupefacente addosso, la suddivisione delle dosi era fatta poco prima della vendita, per ridurre al minimo il rischio di non poter dichiarare la droga - qualora scoperta - destinata ad uso personale. "Lo spacciatore - ha detto in conferenza stampa il questore di Arezzo Moja - ormai ha capito e porta con sé porta poche dosi, così se beccato viene denunciato a piede libero con un processo che magari richiederà anni. La legge, in questo senso, non ci aiuta".

Gli spacciatori davano appuntamento a più clienti in un unico punto (piazza Zucchi, via Trasimeno, etc.) e nel giro di 10 minuti, un quarto d'ora al massimo, esaudivano tutte le richieste degli acquirenti. Poi fuggivano, magari per spacciare altrove.

Gli arrestati

Le dosi erano vendute in un pacchetto da sessanta euro contenente tre piccole confezioni, del peso 0,2-0,3 grammi: due di eroina e una di cocaina. Cinquanta in tutto i grammi di droga sequestrati, 625 euro il denaro frutto di spaccio recuperato. Tuttavia non sono questi numeri esigui ad aver convinto il Gip di Arezzo Annamaria Loprete ad emettere le ordinanze di custodia cautelare per i quattro arrestati. L'attività illecita in concorso fruttava soldi, tanti. Oltre 2mila euro al giorno, 63mila al mese, 800mila all'anno, secondo il dirigente della squadra mobile di Arezzo Giovanni Schettino che ha coordinato l'indagine.

Ci sono poi dettagli inquietanti della vicenda. Il primo è costituito degli episodi che hanno originato l'inchiesta: due decessi, quello di un uomo e quello di una donna, entrambi aretini che lo scorso gennaio hanno perso la vita a distanza di pochi giorni l'uno dall'altro. Overdose. Indagando sulla provenienze delle possibili dosi letali, la polizia è risalita ai quattro arrestati.

Il secondo riguarda i teatri dello spaccio. Non solo open-air, ma anche locali al chiuso: le abitazioni dei pusher (una in via Fiorentina), bar e pasticcerie. Uno degli arrestati, A.C., è stato fermato proprio davanti ad un esercizio di Pescaiola con 15 grammi di droga divisa in 62 monodosi. Dopo l'arresto gli agenti hanno perquisito la sua abitazione, trovando altri 15 grammi di droga. Con lui, nell'occasione, è stata arrestata anche la compagna. Tra gli altri luoghi di smercio c'è stata - in più occasioni - anche l'area ex Lebole. Abbandonata, degradata, protetta da recinzioni e isolata. Perfetta per gli spacciatori.

@MattiaCialini

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