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Cronaca

Inchiesta Coingas. L'ipotesi della Procura: "Presidente Estra regista dell'operazione", Macrì indagato

Il nome appare nelle ricostruzioni della Digos e della Procura perché il vertice della multiutility sarebbe la regia dell'operazione

A quasi due settimane dallo scoppio dell'inchiesta Coingas arriva l'ottavo indagato. E' Francesco Macrì, presidente di Estra, per lui la Procura procede per abuso d'ufficio.

Il suo nome appare numerose volte nelle carte. Gli inquirenti avrebbero infatti ricostruito, grazie anche alle intercettazioni che si sono svolte tra maggio e giugno, un ruolo di regia di Estra su tutta la vicenda. 

Macrì, storicamente legato a Merelli per la comune provenienza da Alleanza Nazionale, è attualmente un esponente di spicco di Fratelli d'Italia. Eletto in consiglio comunale nel 2015, con la giunta Ghinelli si dimise al momento in cui venne nominato presidente della multiutility, costituita a sua volta da Coingas, Consiag e Intesa in rappresentanza dei comuni di Arezzo, Siena e Prato. 

Le consulenze Coingas e le possibili conseguenze

La ricostruzione della Procura

"Uscire dalla situazione del c..zo che ha creato il Minetti“. La funzionaria in pensione Mara Cacioli, tornata al lavoro per rimodulare i bilanci di Coingas, secondo gli inquirenti non avrebbe mai avuto dubbi sulla necessità di provvedere a mettere più pezze e far quadrare i conti.

"Mi è toccato rifare tutta la contabilità del 2018". Mara Cacioli richiamata dalla pensione per Coingas

Ma per quale ragione? Dalla lettura del corposo materiale prodotto dalla Digos e della Procura, negli ultimi mesi l'obiettivo "sarebbe stato quello di consolidare la posizione di potere e di stabilità di Estra", società della quale Coingas detiene circa un terzo delle azioni.

Un punto da approfondire anche se la regia di questa operazione legata alla congruità delle consulenze incriminate viene più di una volta attribuita nelle carte alla società presieduta da Francesco Macrì.

Nell’intercettazione sopra citata, l'ex amministratore unico Sergio Staderini e la funzionaria Cacioli, ex dipendente di Estra in pensione richiamata in servizio proprio per Coingas, avrebbero scambiato pareri su come agire per arginare i dubbi sulle consulenze del presidente del collegio dei sindaci revisori Giovanni Minetti.  A più riprese, Minetti ha infatti richiesto documenti e delucidazioni sulle attività svolte dai professionisti esterni di Coingas Marco Cocci e dallo studio legale Olivetti Rason.

Il bilancio di Coingas sarebbe stato a cuore a molti, visto che il suo respingimento avrebbe portato, come ipotizzato dalla magistratura nelle carte sulla base di altrettante intercettazioni telefoniche, allo scioglimento della società e alla sua messa in liquidazione.

In parallelo, le consulenze avrebbero dovuto trovare ampia giustificazione perché, se avessero ottenuto un giudizio negativo da parte dei sindaci revisori, Merelli "quale rappresentante del Comune di Arezzo, non avrebbe fatto approvare il bilancio,determinando la possibile messa in liquidazione di Coingas". Ma tutto questo avrebbe, recitano le carte, "avuto pesanti ripercussioni su Estra, poiché venivano meno i patti parasociali tra le società determinando una possibile perdita di potere anche in Macrì Francesco".

Da qui la strategia di ingaggiare un secondo avvocato "per redigere il parere di congruità dell'attività dei liberi professionisti di Coingas spa". Coingas si rivolge quindi allo studio privato dell'avvocato Stefano Pasquini che scrive il suo parere il 10 giugno e viene protocollato in Coingas il 12. Dopo l'analisi di tutti gli incarichi affidati a Cocci e allo studio Rason, termina con questa valutazione:

Le prestazioni effettuate dai due studi professionali sono state esaminate in modo approfondito, anche in contraddittorio con i professionisti incaricati. Sono state fatte poi viverse simulazioni di ricostruzione dei compensi per tali prestazioni in base alle tariffe professionali. Da tale analisi è emersa la congruità dei compensi erogati da Coingas per le relative prestazioni effettuate. 

Un parere che non convincerà però il collegio dei revisori che lo giudicheranno subito dopo poco dettagliato su alcuni aspetti.

Insomma un rapporto intrecciato e strettamente connesso quello ipotizzato dalla Procura che indica Estra come possibile "regista" dell'attività imputando anche la scelta di Franco Scortecci quale nuovo amministratore a degli accordi presi con il Comune di Arezzo per cercare di "sanare quanto fatto dalla precedente amministrazione".

Così sostengono gli inquirenti. 

E' proprio da queste ricostruzioni che è scaturita oggi, la posizione di indagato per Francesco Macrì, anche se non è stato inviato nessun avviso di garanzia. Il suo ruolo nella vicenda, resta da chiarire e approfondire da parte degli inquirenti.

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