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Cronaca

Caso Martina Rossi, assenti i consulenti della difesa. L'agente che indagò: "Così la caduta dal balcone"

Una udienza più breve del previsto, senza i consulenti della Procura  - assenti per alcuni impedimenti - e con un solo testimone ascoltato. Si è celebrata questa mattina, a partire dalle ore 11, l'udienza del processo per la morte di Martina Rossi...

Una udienza più breve del previsto, senza i consulenti della Procura - assenti per alcuni impedimenti - e con un solo testimone ascoltato. Si è celebrata questa mattina, a partire dalle ore 11, l'udienza del processo per la morte di Martina Rossi durante la quale erano attesi i primi testi sulla lista del procuratore Roberto Rossi. Una partenza soft, che è entrata nel merito della tragica vicenda attraverso la ricostruzione fatta in aula da Luana Bono, agente della polizia giudiziaria presso la procura di Genova.

In apertura è stato proprio il procuratore Rossi ad annunciare al collegio, presieduto dal giudice Angela Avila, che il professor Marco Paolo, medico legale che eseguì accertamenti disposti in seguito all’esumazione della salma, la genetista Isabella Spinetti, il tossicologo Carlo Bottaro e l’ingegner Marco Sartini, che ha curato una dettaglia perizia sulla parabola della caduta di Martina, non potevano essere presenti.

Cosa successe in quella drammatica alba del 3 agosto è stato ricostruito in aula dall'agente di polizia giudiziaria: "Da quello che abbiamo accertato - ha raccontato - Martina e le amiche erano arrivate a Palma di Maiorca il 1 agosto, sono andate ad alloggiare a Santa Ana e lo stesso pomeriggio hanno conosciuto 4 ragazzi di Castiglion Fibocchi". La tragedia è avvenuta alle 6,55 del 3 agosto. "Quando Martina è morta cadendo dal balcone del 6 piano, dalla stanza 609 - ha ripercorso con la memoria l'agente - dopo che era stata in camera con Vanneschi e Albertoni".

Le indagini degli agenti genovesi fuorono portati avanti dapprima consultando tutti gli atti sulle indagini delle forze dell'ordine spagnole giunti per rogatoria. Poi ascoltando tutti i giovani coinvolti nella vicenda: furono chiamati a Genova Vanneschi e Albertoni, i due amici di Castiglion Fibocchi che erano con loro in vacanza e le due amiche di Martina.

Quando i due imputati furono interrogati era il 7 febbraio. In quella occasione furono anche intercettati nella sala d'attesa: "Durante l'ascolto dei giovani - ha spiegato l'agente - avevamo programmato di fare delle pause, durante le quali i due giovani sarebbero stati soli insieme. In quel modo confidavamo di poter raccogliere commenti genuini".

L'agente ha poi sottolineato di non aver parlato con loro di tentata violenza sessuale, ma semplicemente di aver chiesto se quella sera fossero stati consumati dei rapporti con Martina o se ci fosse stato un interesse di tipo sessuale.

Il 13 maggio del 2012 ci fu un sopralluogo a Palma di Maiorca. "Avevamo controllato i profili Facebook di persone che in quel periodo erano state in quell'albergo e abbiamo notato lamentele sulla sicurezza: i balconi infatti potevano essere facilmente scavalcati per passare da una stanza all'altra".

E proprio questa sarebbe l'ipotesi della Procura di Arezzo: Martina avrebbe tentato di sfuggire al tentativo di uno stupro cercando di scavalcare il balcone e di raggiungere quello attiguo. E proprio in questo tentativo sarebbe caduta.

Il controesame della teste è previsto per le 15 di oggi. Sarà la volta dei legali Stefano Buricchi per Vanneschi e Tiberio Baroni per Albertoni, fare le loro domande.

Probabilmente non verrà invece ascoltato il vice questore di Genova, alla cui testimonianza il pm Rossi ha detto di poter rinunciare visto che non avrebbe potuto aggiungere molto alla ricostruzione fatta dall'agente che ha lavorato sul campo.

In aula presenti i genitori di Martina, Bruno e Franca, costituitisi parte civile sono assistiti dai legali Savi e Luca Fanfani.

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