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Caso Guerrina, il pm chiede una pena di 27 anni per Gratien

“Mi hanno detto che avrei dovuto scalare una montagna, io adesso mi sento in cima a questa montagna”. Ha esordito così il pm Marco Dioni nella sua requisitoria fiume. Un’arringa di 150 pagine, durata ore e conclusa con la richiesta di una condanna...

“Mi hanno detto che avrei dovuto scalare una montagna, io adesso mi sento in cima a questa montagna”. Ha esordito così il pm Marco Dioni nella sua requisitoria fiume. Un’arringa di 150 pagine, durata ore e conclusa con la richiesta di una condanna pesantissima, a 27 anni (pena minima di 21 anni più le aggravanti) per Gratien Alabi, il religioso congolese accusato dell'omicidio di Guerrina Piscaglia.

“E’ stato il dibattimento più difficile che personalmente abbia seguito - ha proseguito Dioni -. Ma penso che ogni residuo dubbio sulla colpevolezza di Alabi sia stato fugato”.

Sarebbe stato Alabi a uccidere Guerrina, a farne sparire il corpo e poi a mettere in atto una serie di depistaggi che hanno fatto partire in ritardo le indagini.

"Quel primo maggio doveva essere successo qualcosa - conclude nella sua requisitoria Dioni -: Guerrina era insistente e Gratien forse non è più in grado di gestire la situazione. E così si innesca un diverbio, lui l'ammazza e dopo di ché ha messo in essere tutte le condotte per depistare le indagini".

Il movente, secondo la pubblica accusa, sarebbe stato il morboso sentimento di Guerrina per il parroco.

"I fatti contestati sono assolutamente gravi, come lo sono stati l'attività di depistaggio e il fatto che sia riuscito a distruggere il cadavere. Ho contestato i futili motivi, ma lo status di sacerdote metteva l'imputato in uno stato di quantomeno timore". Non è stata perciò contestata da Dioni l'aggravante dei futili motivi. Ma prende comunque in considerazione l'aggravente del depistaggio e quella della distruzione di cadavere.

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