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Cronaca Sansepolcro

"Ancora sigilli alla cartaria", resta sotto sequestro uno dei più grandi impianti della Valtiberina

Questa mattina il Gup Fabio Lombardo ha rigettato la richiesta avanzata dall'avvocato Roberto Alboni sul dissequestro della struttura. La Procura di Arezzo si starebbe attivando però per permetter di far ripartire l'attività e tutelare i lavoratori.

Resta sotto sequestro l'impianto della cartaria della Valtiberina che lo scorso 27 febbraio ha visto gli uomini della Forestale apporre i sigilli. 

Questa mattina il Gup Fabio Lombardo ha rigettato la richiesta avanzata dall'avvocato Roberto Alboni sul dissequestro della struttura. La Procura di Arezzo si starebbe attivando però per permetter di far ripartire l'attività e tutelare i lavoratori.

Il sequestrò è scattato circa venti giorni fa in seguito ad indagini condotte dai Carabinieri Forestali della Procura di Arezzo ai quali  "si rivolsero alcuni cittadini e operatori della zona che lamentavano odori molesti e nauseabondi e acque colorate in alcuni tratti di un fosso tra Sansepolcro e Anghiari". Elementi che sono stati valutati dagli inquirenti, i quali hanno dato il via agli accertamenti. Innanzitutto è stato svolto un sopralluogo nel quale i militari hanno individuato la sorgente del refluo contaminante in corrispondenza dell'industria cartaria. E sempre nella zona è stato rinvenuto del "decantato putrefatto e maleodorante lungo il tratto di un fosso che costeggiava l’impianto".

Da qui l'ispezione sul sito, lo scorso 19 febbraio: i militari, insieme al Dipartimento Arpat di Arezzo e alla Società di gestione del servizio idrico, hanno eseguito un sopralluogo tecnico accertando che l’impianto originava un refluo industriale smaltito illecitamente tramite la dispersione sul suolo e sul reticolo idrografico superficiale. Non solo, è stato anche rivenuto all’esterno dell'impianto un ingente deposito incontrollato di rifiuti speciali riconducibili a tale attività.

Sequestro della cartaria

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