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Cronaca

Bracconaggio in grande stile a Montedoglio: quintali di pesci in trappola. L'ombra del business illegale

Caso di bracconaggio nel lago di Montedoglio. Un episodio sconcertante testimoniato da un video che sta circolando sui social nelle ultime ore. Il filmato documenta la presenza di reti da pesca illegali, poste a circa 40 centimetri sotto il...

Caso di bracconaggio nel lago di Montedoglio. Un episodio sconcertante testimoniato da un video che sta circolando sui social nelle ultime ore.

Il filmato documenta la presenza di reti da pesca illegali, poste a circa 40 centimetri sotto il pelo dell'acqua dell'invaso, lunghissime. Si parla di centinaia e centinaia di metri.

Un'operazione di pesca abusiva in grande stile, portata avanti probabilmente per giorni e con una regia complessa. Infrangendo più di una regola: i pescatori di frodo si muoverebbero di notte con gommoni per stendere le reti (peraltro il lago non è navigabile) e un furgone frigo per caricare subito il pesce raccolto e portarlo via. Quintali di pescato, tra carpe e lucci.

Nel video l'operazione di liberazione portata avanti da un pescatore sportivo, che è riuscito a rilasciare centinaia di carpe rimaste intrappolate nelle reti. Alcuni di questi pesci, purtroppo, erano morti.

C'è un'indagine aperta sull'episodio, portata avanti dai carabinieri forestali. Che hanno individuato i responsabili e sequestrato le reti illegali.

E sono i pescatori sportivi, quelli maggiormente rammaricati dall'episodio. Tra questi il presidente della Fiops Francesco Ruscelli:

Alcuni giorni fa - spiega - abbiamo lanciato l'allarme sulla diffusione del bracconaggio ittico anche in Toscana e in provincia di Arezzo. A pochi giorni di distanza ci arrivano queste immagini drammatiche da Montedoglio. La modalità operativa è quella dell'associazione a delinquere che opera al nord. Questi reati sono puniti dalla legge 154 del 2016 che ha istituito il reato di bracconaggio ittico. Occorre sensibilizzare sul fenomeno, sui danni ambientali ed economici che questi scempi producono.

Un video che è stato condiviso anche dai Lanciatori Toscani, che si battono per una pesca rispettosa dell'ambiente. "Io sono di Laterina - spiega il presidente Niccolò Pontenani -, ero già al corrente di casi di bracconaggio in Arno. L'episodio di Montedoglio mi addolora".

Aggiornamento delle 17,34

Il comunicato dell'operazione dei carabinieri Forestali di Pieve Santo Stefano e Sansepolcro

A seguito di un’operazione volta a reprimere il fenomeno della pesca abusiva con reti nel Lago artificiale di Montedoglio, i militari delle stazioni Carabinieri Forestale di Pieve Santo Stefano e Sansepolcro hanno in colto flagranza di reato alcune persone di nazionalità romena, che in violazione della normativa vigente, si accingevano a commerciare il pesce appena pescato nel lago.

Era stato il personale incaricato del controllo della diga che origina il lago a segnalare ai Carabinieri Forestali la presenza di reti da pesca in alcune zone del bacino lacustre.

Pertanto i militari hanno predisposto dei servizi di controllo notturno delle sponde del lago.

Verso le ore 22,30 del 10 luglio, in località Bisolla, proprio di fronte al luogo dove erano appostati i Carabinieri Forestali della Stazione di Sansepolcro, è sopraggiunto un furgone che si è diretto verso la riva.

Dall’automezzo sono scese tre persone, due delle quali, servendosi di un gommone a motore, hanno iniziato a recuperare le reti da pesca, mentre la terza persone è rimasta sulla sponda a dirigere le operazioni.

A questo punto la pattuglia dell’Arma ha richiesto l’intervento dei colleghi della Stazione di Pieve S.Stefano, in modo da potere intervenire appena ritenuto opportuno.

Dopo circa due ore è giunto sul posto un altro furgone, munito di impianto frigorifero, con tre persone a bordo che in seguito sono risultate di nazionalità romena. Le stesse, una volta fermate e interrogate dai Carabinieri Forestali, non hanno voluto fornire spiegazioni sul perché si trovassero li a quell’ora di notte. Uno di questi, l’autista, ha ribadito però di essere pescatore professionale, cosa che è poi risultata vera.

A quel punto i militari sono scesi verso il lago e hanno fermato una persona, anch’esso di nazionalità romena, intenta a recuperare il pesce ancora impigliato nelle reti. Le due persone sul gommone a motore si rifiutavano invece di raggiungere la riva, nonostante l’intimazione ad approdare, e si dileguavano nell’oscurità.

A complicare la situazione giungevano sul posto alcune persone, probabilmente pescatori abituali frequentatori del Lago di Montedoglio, che iniziavano a inveire contro i romeni e a minacciarli. Sono quindi dovuti intervenire i Carabinieri Forestali per disperdere questi uomini, evitando così che la situazione degenerasse in una rissa.

Una volta riportata la calma, i militari hanno provveduto a identificare i pescatori romeni e a porre sotto sequestro il pescato (circa 4 quintali di lucci, carpe e persici anche di grandi dimensioni) e 500 metri di rete da pesca. In seguito è stato recuperato e sequestrato anche il gommone a motore, che nel frattempo era stato abbandonato in mezzo al lago.

In seguito i romeni sono stati accompagnati per ulteriori accertamenti presso la Stazione Carabinieri Forestale di Pieve S.Stefano. A due di questi è stato contestato il reato di pesca, detenzione, trasbordo, sbarco, trasporto e commercio di specie ittiche in violazione della normative vigente.

Si tratta del proprietario del furgone frigorifero, che è risultato essere anche il proprietario dell’altro furgone utilizzato per la pesca di frodo, e dell’uomo che dirigeva dalla riva le operazioni di recupero delle reti da pesca.

@MattiaCialini

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