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Cronaca

Banca Etruria, Boschi e altri 13 imputati per le consulenze d'oro. Processo nel 2020, ecco perché

L'elenco delle consulenze e i nomi coinvolti. Perché il processo diretto

Il reato contestato è quello più lieve, la bancarotta colposa, ma è anche vero che per la prima volta la Procura di Arezzo chiede il giudizio con citazione diretta per Pier Luigi Boschi, ex vice presidente di Banca Etruria nel momento in cui sua figlia Maria Elena era Ministro per le riforme del governo Renzi.

Il filone d'inchiesta in cui resta invischiato è quello relativo ad alcune consulenze definite d'oro, per gli importi da capogiro, azioni che vengono contestate, oltre che a Boschi, ad altri 14 ex dirigenti e membri dell'ultimo cda di quel periodo. Tra questi ci sono l'ultimo direttore generale Daniele Cabiati e il suo vice Emanuele Cuccaro, mancano invece all'appello coloro che sono già stati imputati nel maxi processo per bancarotta fraudolenta come l'ultimo presidente Lorenzo Rosi, ancora a processo, il vice Alfredo Berni e l'allora direttore Bronchi, questi ultimi due già condannati per la bancarotta fraudolenta. Oltre a Boschi, i membri del cda chiamati a giudizio sono invece Alessandro Liberatori, Claudia Bugno, Rosanna Bonollo, Alessandro Benocci, Carlo Catanossi, Giovanni Grazzini, Luigi Nannipieri, Luciano Nataloni, Anna Maria Nocentini, Claudio Salini e Ilaria Tosti.

Nessuno di loro si vede contestare azioni fraudolente nei confronti del patrimonio della banca, ma solo di aver agito in maniera poco prudente nell'affidare gli incarichi professionali. Rischiano una condanna da sei mesi a due anni.

Le consulenze nel mirino

Le consulenze sono quelle affidate per avviare il processo di fusione con un istituto di elevato standing come richiesto dalle autorità bancarie, ma che poi non si concretizzò mai. Nonostante questo furono spesi circa 4milioni e mezzo di euro di cui 1,9 milioni per la consulenza della società Bain & Co, 532mila euro per un incarico di due mesi a Mediobanca che aveva il ruolo di advisor del processo di aggregazione, poi ci sono gli studi professionali, quello legale che seguiva Gianni Agnelli a Torino, Franzo Grande Stevens, che ricevette 824 mila euro, quello dello studio romano De Gravio e Zoppini per 800 mila, e altre 200mila euro per lo studio Camuzzi, Portale e De Marco.

Il processo

I quattordici imputati andranno direttamente a processo senza passare dall'udienza preliminare e senza sfilare di fronte al Gip per il rinvio a giudizio. Nel corso del 2020 compariranno davanti al giudice monocratico.

Gli stessi imputati sono in attesa della decisione del Gip Ponticelli sull'altro filone, quello della liquidazione a Bronchi, per la quale l'unico escluso dal procedimento è di certo Grazzini che nel corso di quel cda si astenne. L'udienza per l'eventuale rinvio a giudizio oppure per l'archiviazione è fissata pe ril 4 gennaio.

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