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Cronaca

Processo Etruria, attesa per il presidente del Fidt Maccarone: spiegò come la banca avrebbe potuto salvarsi

Domani, 25 marzo, sarà il giorno di Pier Luigi Boschi, che ha ricoperto il ruolo di vice presidente, convocato assieme al resto dell'ultimo Cda dell'istituto di credito. Ma sarà anche il giorno della testimonianza di Salvatore Maccarone, presidente del Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd)

Si avvicina la nuova udienza del processo per bancarotta fraudolenta di Banca Etruria in Sala dei Grandi, in Provincia. Domani, 25 marzo, sarà il giorno di Pier Luigi Boschi, che ha ricoperto il ruolo di vice presidente, convocato assieme al resto dell'ultimo Cda dell'istituto di credito. Ma sarà anche il giorno della testimonianza di Salvatore Maccarone, presidente del Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd): una voce attesa la sua, soprattutto a seguito di quanto già dichiarato un mese fa in tribunale ad Ancona, quando parlò in merito al crac di Banca Marche, che nel 2015 condivise assieme a Etruria, Carichieti e Cariferrara, il destino della risoluzione. "Banca Marche alla data del 28 ottobre 2015, quindi qualche giorno prima del decreto Salvabanche, non era in stato di insolvenza e il Fondo stava lavorando con i commissari nominati da Banca d’Italia per risanarla - ha detto Maccarone. Aggiungendo poi che le procedure di risoluzione "non potevano singolarmente essere applicate" alle 4 banche in questione.

La sentenza Ue sul caso Tercas e le implicazioni con le banche in risoluzione

C'è stato un "errore giuridico" alla base della decisione su Tercas (Casse di Teramo): la sentenza è della Corte di Giustizia Ue in merito al contenzioso tra Roma e Bruxelles sui fallimenti bancari: l’Italia ha così avuto ragione sul salvataggio delle Casse di Teramo. Il destino di Etruria, Marche, Chieti e Ferrara, a cui la vicenda Tercas è strettamente legata, poteva quindi essere diverso. La decisione della risoluzione, con l'azzeramento di azionisti e obbligazionisti subordinati delle quattro banche, è stata messa in evidente discussione. In sostanza, Banca Etruria, che dal febbraio 2015 era in amministrazione straordinaria con i commissari Antonio Sora e Riccardo Pironti, si sarebbe potuta salvare grazie all'intervento del Fidt, annunciato l'11 novembre dello stesso anno. Ma l'operazione di salvataggio, di Etruria e delle tre consorelle, non ebbe seguito: fu stoppata dopo una lettera all'allora ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, inviata dai commissari europei ai Servizi finanziari e alla Concorrenza, Jonathan Hill e Margrethe Vestager. Nella lettera del 19 novembre c'erano i principi europei che avrebbero dovuto muovere l'intervento: aiuti sì, ma dal mercato. I fondi pubblici avrebbero dovuti esser limitati il più possibile. L'intervento del Fidt venne quindi considerato preventivamente "aiuto di stato" e non di privati, benché il fondo fosse alimentato dalle banche, nell'interpretazione che fu data. Il 22 novembre arrivò la risoluzione.

La testimonianza di Maccarone

Sulla questione Tercas e del mancato intervento su Etruria e co. da parte del Fondo Interbancario, Salvatore Maccarone si era già espresso dettagliatamente il 13 dicembre 2017, quando venne ascoltato dalla commissione parlamentare d'inchiesta sul sistema bancario.

"In relazione a questa vicenda - disse all'epoca il vertice del Fidt - che ha interessato Banca Tercas, che è quella dalla quale poi tutto quanto è derivato, non vi era sentore da parte del Fondo che questa operazione potesse violare le norme sugli aiuti di Stato (...) Tra fine luglio e i primi di agosto del 2013, la Commissione ha diffuso una propria interpretazione sull’applicabilità delle norme sugli aiuti di Stato ai Fondi di tutela e di garanzia dei depositanti. E' una interpretazione, non è un atto normativo, quindi non ha l’efficacia tipica delle leggi come le direttive oppure le decisioni della Corte, ma è semplicemente l’anticipazione del modo con cui la Commissione interpreterà quelle norme quando si avranno condizioni come quelle che sono indicate. Su questo si è innestata tutta la vicenda che ha caratterizzato in maniera notevole la sorte di Tercas, la sorte delle quattro banche, e che tra l’altro ha comportato una distruzione di ricchezza pesante, perché gli interventi che poi si sono avuti sono stati molto più costosi di quanto sarebbe stato l’intervento del Fondo".

Faltoni (Fabi): "L'Italia poteva procedere col salvataggio"

E qualche settimana fa, citando oltre a Maccarone anche il presidente di Abi Patuelli, Fabio Faltoni, sindacalista della Fabi, aveva parlato di risoluzione "illegittima" per Banca Etruria. "Le autorità italiane - aggiunge oggi Faltoni - accettarono di considerare l'aiuto del Fidt come privato, ma avrebbero potuto procedere col salvataggio. Al massimo, avrebbero rischiato una procedura d'infrazione. Mi ricordo che all'epoca del commissariamento, quando si discuteva dell'intervento del Fidt - i commissari Sora e Pironti erano pronti a convocare l'assemblea dei soci, alla quale sottoporre la questione del salvataggio dal Fidt. Secondo me sarebbe stato più che legittima come mossa. Ma non ci fu modo".

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