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Banca Etruria, sulla bancarotta indagini chiuse: adesso le memorie e a fine gennaio decisione sul rinvio a giudizio

Venti giorni di tempo forse non saranno sufficienti. Il caso Banca Etruria è complesso, e probabilmente, per i 22 membri di due degli ultimi cda che hanno ricevuto gli avvisi di chiusura delle indagini relative all'ipotesi di bancarotta...

Venti giorni di tempo forse non saranno sufficienti. Il caso Banca Etruria è complesso, e probabilmente, per i 22 membri di due degli ultimi cda che hanno ricevuto gli avvisi di chiusura delle indagini relative all'ipotesi di bancarotta fraudolenta, non saranno sufficienti i giorni previsti dalla legge per presentare memorie, chiedere di spiegare le proprie ragioni e produrre elementi a propria difesa. Una volta raccolti questi elementi, la palla passerà di nuovo alla Procura. Il pool di magistrati, guidati dal procuratore capo Roberto Rossi, dovrà decidere se procedere con le eventuali richieste di rinvio a giudizio. E se sarà così, queste potrebbero arrivare sulla scrivania del gip tra fine gennaio e inizio febbraio. Preludio di una primavera incandescente dal punto di vista giudiziario.

Nella giornata di ieri la procura di Arezzo ha notificato ben 22 avvisi per la chiusura dell'inchiesta sulle presunte distrazioni patrimoniali - 180 milioni di euro di crediti concessi e mai rientrati - che avrebbero di fatto causato il fallimento dell'istituto di credito aretini. Sotto alla lente del pool di magistrati sono finiti coloro che, in due degli ultimi cda (quello presieduto da Elio Faralli e il successivo presieduto da Giuseppe Fornasari), avevano espresso voti favorevoli all'erogazione dei crediti o li avevano agevolati. Finanziamenti mai tornati indietro relativi alla Sacci (60 milioni), alla vicenda Privilege Yard (30 milioni), prestati alla Isoldi, alla Pegasus (in questo caso la procura parla addirittura di autofinanziamento per 4 milioni di un membro del cda, Rigotti), alla High Facing, alla Castelnuovese e alla San Carlo Borromeo.

La lista delle persone che hanno ricevuto gli avvisi è stata resa nota ieri. Si tratta di Federico Silvestro Baiocchi, Sergio Bertani, Alberto Bonaiti, Luigi Bonollo, Ugo Borgheresi, Luca Bronchi, Piero Burzi, Giovan Battista Cirianni, Giampaolo Crenca, Laura Del Tongo, Enrico Fazzini, Augusto Federici, Giuseppe Fornasari, Paolo Luigi Fumi, Giorgio Natalino Guerrini, Giovanni Inghirami, Carlo Maggiore, Andrea Orlandi, Carlo Platania, Alberto Rigotti, Lorenzo Rosi e Rossano Soldini. Tra questi, non senza creare scalpore, spicca l'assenza di Pierluigi Boschi, padre della neo sottosegretaria Maria Elena Boschi.

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