Banca Etruria: arriva la prima sentenza

La sentenza, la prima relativa ai procedimenti giudiziari innescati dalla vicenda Banca Etruria, è attesa per oggi. Sul banco degli imputati ci sono l'ex presidente di Banca Etruria Giuseppe Fornasari, l'ex dg Luca Bronchi e il direttore centrale Davide Canestri. Su di loro pende l'accusa di ostacolo alla vigilanza.

Il procedimento è alle battute finali di fronte al Gup del Tribunale di Arezzo Annamaria Loprete. Da questa mattina ultima udienza a porte chiuse. Nel primo pomeriggio, verosimilmente, la lettura della sentenza.

Le condanne chieste dal procuratore della Repubblica di Arezzo Roberto Rossi e dal pm Julia Maggiore sono di due anni e otto mesi per Fornasari e Bronchi e due anni per Canestri. Inoltre mentre Bankitalia ha presentato una istanza di risarcimento danni per 320mila euro.

Gli avvocati difensori - Carlo Baccaredda Boy e Antonio Bonacci per Bronchi, Stefano Lalomia e Luca Fanfani per Canestri e Antonio D’Avirro per Fornasari - chiedono l'assoluzione "perché il fatto non sussiste".

Nell'ultima udienza le parti - Procura, Bankitalia e avvocati della difesa - hanno depositato delle imponenti memorie. E' probabile quindi che questa mattina, di fronte al gup ci siano anche replice più lunghe del previsto. La sentenza è attesa, comunque, entro la fine della mattinata.

L'INCHIESTA

Il filone d'inchiesta risale alla fine del 2013, quando gli ispettori di Banca d'Italia, in una relazione, avevano evidenziato possibili criticità di rilevanza penale nel bilancio 2012 dell'istituto bancario aretino.

Tra le operazioni che avrebbero concorso a causare il dissesto e celare le effettive condizioni economiche della banca ha una rilevanza la vicenda della cessione di immobili denominata "Palazzo della Fonte".