Baby gang terrorizzano adolescenti aretini, numerosi episodi: ma poche denunce per paura

Gang di giovanissimi che terrorizzano i coetanei con minacce e botte. Due, probabilmente tre bande che si contendono il territorio cittadino, spaventando a morte altri adolescenti con atti di bullismo. E ragazzini che hanno paura di uscire di casa. Le cronache ne parlano sempre più spesso e anche nello scorso consiglio comunale una interrogazione del consigliere comunale Francesco Macrì ha riportato la vicenda in primo piano.

Ma chi sono questi ragazzi, da dove vengono? Il fenomeno ad Arezzo è diverso rispetto alle grandi città. Qui non ci sono le bande che si identificano con una etnia specifica. Qui i bulli hanno comune unico comune denominatore la propensione alla violenza, gli atteggiamenti da bullo. E così la gang si compone di albanesi, rumeni, pakistani, indiani e, in misura minore, aretini. Lo scontro avviene sopratutto con i ragazzi della città. Pestaggi alla luce del sole, compiuti a mani nude, ma anche con l'utilizzo di oggetti contundenti o armi vere e proprie.

I numeri sono proporzionati alle dimensioni cittadine: sarebbero infatti poco più di una decina complessivamente i componenti di queste gang multietniche.

Da tempo, circa un anno e mezzo, ci sono indagini in corso (percosse, estorsione e rapina i reati ipotizzati) e circa quindici sono gli episodi denunciati. Ma il fenomeno è subdolo, difficile da decifrare fino in fondo: perché le vittime delle violenze spesso non denunciano. Hanno paura di farlo, perché temono possibili ritorsioni. Stessa cosa vale per le loro famiglie. E si innesca così un circolo vizioso che si nutre di paura.

Un fenomeno che verrà preso in esame anche nel prossimo Comitato per l'ordine e la sicurezza, ha assicurato in consiglio comunale l'assessore Barbara Magi.