E' stato scarcerato Giacomo Ciriello, il ragazzo di Lucignano di 18 anni che la notte tra il 26 e il 27 febbraio scorso imbracciò il fucile ed uccise il padre, il fabbro Raffaele Ciriello di di 51 anni, sulla veranda di casa.

Il ragazzo, che si trovava in carcere, nella casa circondariale San Benedetto di Arezzo, è stato trasferito in una casa famiglia in provincia di Prato, dove le sue condizioni vengono costantemente monitorate; qui il 18enne viene seguito dagli psicologi e curato.

E' stata così accolta dal Gip di Arezzo Annamaria Lo Prete la richiesta dell'avvocato difensore di Giacomo, Stefano Del Corto, nonostante l'accusa, sostenuta dal pm Laura Taddei, fosse di diverso avviso.

Nell'iniziale ordinanza di custodia cautelare in carcere erano cadute due aggravanti ipotizzate dalla procura, la premeditazione e i futili motivi legati all'omicidio.

La ricostruzione

L’omicidio è avvenuto poco prima della mezzanotte, a cavallo tra domenica 26 e lunedì 27 febbraio 2017. Lo sparo fatale è stato esploso nella veranda al primo piano di una casa colonica posta a un paio di chilometri da Lucignano, a cavallo tra l’uscita della Due Mari e il centro del paese. Il padre, artigiano titolare di una carpenteria metallica, era appena rincasato, il figlio di 18 anni, lo stava aspettando con in braccio la doppietto. Il 18enne ha fatto fuoco, sparando prima a una spalla, poi al volto di Raffaele. Il proiettile mortale ha colpito il 51enne sotto lo zigomo sinistro, non lasciandogli scampo. Poi il giovane ha contattato le forze dell’ordine per denunciarsi: “Ho ucciso mio padre”, disse.

L'INTERVISTA ALL'AVVOCATO DEL CORTO