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Ecobonus e sismabonus al 110%: come accedere, tipi di interventi e costi

Ecco quali effetti queste maxi agevolazioni potranno avere sull’economia e sull’edilizia in Italia

Ecosisma Bonus al 110%, riceviamo e pubblichiamo l'intervento dell'ingegner Cristian Angeli, professionista esperto in tecnologie costruttive innovative.

L’emergenza Covid ha imposto enormi sacrifici e ha indotto i vari Stati a inventare soluzioni per rilanciare l’economia, interessata da un periodo di crisi senza precedenti. In Italia è stato emanato il decreto 19 maggio 2020 (cosiddetto decreto rilancio), caratterizzato da una serie di misure volte a favorire i consumi e quindi a rimettere in moto i vari comparti produttivi. Oggi siamo in attesa di alcune circolari attuative ma senza dubbio al centro della manovra è stata posta la casa, e su di essa sono stati concentrati, o meglio incrementati e allargati, gli incentivi per l’efficientamento energetico e per l’adeguamento strutturale.

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Il parere sugli incentivi che sono stati introdotti dal decreto Rilancio

Sono molto ottimista a riguardo degli effetti che queste maxi agevolazioni potranno avere sull’economia e sull’edilizia. Il nostro Paese infatti, per primo in Europa, ha messo in campo un provvedimento che determinerà un sostanziale “svecchiamento” del patrimonio immobiliare, che peraltro ne aveva bisogno, contando ben il 75% di edifici obsoleti proprio dal punto di vista energetico e antisismico.

In realtà il provvedimento esisteva già dal 2012 ma ora sono stati incrementati i limiti di spesa e le percentuali di detrazione fiscale, con vantaggi sostanziali ai quali nessuno potrà rimanere indifferente. Io stesso l’ho valutato, oltrechè sul piano professionale, anche per la mia casa. Peccato solo che ad oggi sia praticamente tutto fermo, per la mancanza delle circolari attuative.

Come si può intervenire sugli edifici per accedere a queste agevolazioni?

Ogni caso deve essere analizzato singolarmente e, in funzione delle caratteristiche dell’edificio, vanno delineati gli interventi più opportuni e le conseguenti modalità di accesso al superbonus. Non esiste una “ricetta” preconfezionata. Ad esempio negli edifici realizzati prima degli anni ’80, ovvero prima dell’entrata in vigore delle norme antisismiche (che in Arezzo risalgono proprio al 1981), è quasi sempre consigliabile operare con interventi sia di efficientamento energetico, sia di adeguamento strutturale. Quest’ultimo è detraibile al 110% ed è “trainante” per opere di tipo secondario, come ad esempio la sostituzione degli infissi. La materia è abbastanza complessa, quindi è opportuno affidarsi a professionisti esperti, i cui costi sono anch’essi detraibili.

In che modo si può rendere antisismico un edificio?

In effetti l’aumento della cosiddetta classe energetica è relativamente semplice da ottenere, ad esempio introducendo un cappotto termico. Per quanto riguarda invece la messa in sicurezza strutturale la procedura è un po' più complessa, anche dal punto di vista autorizzativo, ma ne vale la pena, essendo detraibile al 110% fino a un massimo di 96.000euro per ogni unità immobiliare. A tal fine esistono varie modalità di intervento, raggruppabili in due categorie principali. Si può intervenire aumentando la resistenza dell’edificio, oppure isolandolo alla base, in modo da smorzare gli effetti del sisma, o anche combinando i due approcci. A mio avviso, nel caso di edifici di dimensioni e caratteristiche “normali” è sufficiente optare per la prima soluzione, che si può esplicare facilmente mediante la realizzazione di “contro pareti” per rinforzare quelle preesistenti.

Quanto può costare un intervento di questo tipo?

I costi per ottenere la messa in sicurezza antisismica sono relativamente bassi, anche se variano molto in relazione alla tipologia dell’edificio, alla sismicità della zona e all’epoca di costruzione. Recentemente il Sole24Ore ha pubblicato una tabella di costi parametrici, indicando un’incidenza variabile mediamente tra 200 e 400euro a mq di superficie calpestabile. Significa che nel caso di una abitazione singola da 200mq il proprietario dovrebbe spendere al massimo 80.000euro, rientrando quindi pienamente nell’aliquota prevista dal decreto. Importante ricordare che esiste anche la possibilità di cedere il credito impresa, quindi in linea teorica il proprietario dell’immobile avrebbe la possibilità di effettuare i lavori senza anticipare denaro. Senza dubbio questi incentivi sono interessanti e convenienti, ma l’idea di abbandonare la propria casa potrebbe scoraggiare. E’ risaputo che i muratori in casa non li vuole nessuno, ma anche questa volta la tecnologia può venire in aiuto.

Per quanto riguarda gli interventi di efficientamento energetico e di messa in sicurezza sismica è possibile infatti adottare sistemi che permettono di operare esclusivamente dall’esterno dell’edificio e in tempi rapidissimi. Ad esempio si può applicare il sistema ICF (Insulating Concrete Form), realizzando delle contropareti di rinforzo già coibentate con pannelli in polistirolo che risolvono sia gli aspetti energetici sia quelli sismici, peraltro con costi molto contenuti.

Il vantaggio è senza dubbio quello di fare due cose in una volta sola e di poter operare solo dall’esterno, senza richiedere ai proprietari di abbandonare, nemmeno temporaneamente, le loro abitazioni.

Con l’azienda Icf Italia, con la quale collaboro, sto svolgendo varie simulazioni per essere pronti non appena verranno emanati i decreti applicativi.

Non dimentichiamoci infatti che potranno essere portati in detrazione solo i lavori eseguiti (e pagati) entro il 31 dicembre del 2021. Una bella sfida.

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