Il vicesindaco di Arezzo Gamurrini e le piante
Da quando si è insediato è cominciata una sorta di guerra tra lui e le piante in città. E' vero che i pini lungo le trade sono pericolosi sia per le radici che emergono dall'asfalto che perché non sopportano bene il carico della neve, ma da qui a...
Da quando si è insediato è cominciata una sorta di guerra tra lui e le piante in città. E' vero che i pini lungo le trade sono pericolosi sia per le radici che emergono dall'asfalto che perché non sopportano bene il carico della neve, ma da qui a dichiarare guerra alle piante ce ne corre. Invece ci svegliamo spesso con qualche robusta pianta in meno per via della missione che si è dato Gamurrini, quella di toglierci ombra e aria buona.
Non ero intervenuto in occasione dell'abbattimento dei pini di via Padre Caprara perché tutto sommato erano brutti, ingombranti e pericolosi. Dispiace però vederli sostituiti da pianticelle da fiore (pagate dalla Oklaoma University) che non restituiscono alla strada il verde aspetto che avremmo auspicato.
Ma fino a qui i danni si potevano considerare limitati. L'intervista rilasciata da Gamurrini negli ultimi giorni è invece davvero preoccupante. Il vicesindaco ha infatti asserito di pensare all'abbattimento dei lecci dei giardini detti "del Porcinai" (quelli tra la stazione ferroviaria e il parcheggio Eden) perché "le piante sempreverdi non sono adatte alle città" e "il progetto originale non li prevedeva".
Gamurrini è vicesindaco e assessore alla manutenzione di strade, parchi e giardini, ma non per questo può permettersi di fare quello che vuole alla faccia dei cittadini. Interventi del genere, che a prima vista appaiono immotivati, richiedono un referendum...
Avrei voluto scrivere che nella parte di piazza Guido Monaco che guarda a via Roma mancano dei lecci che dovrebbero essere ripiantati, ma Gamurrini mi ha anticipato e sorpreso; non starà mica pensando di tagliare anche quelli della nostra piazza rotonda?
Urge una presa di posizione dell'ordine degli architetti di Arezzo, prima che sia troppo tardi.