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Tanti: Toscana Pride divisivo...

L'assessore al sociale, allo sport e alle politiche giovanili del comune di Arezzo, Lucia Tanti, ha dichiarato che la mancata adesione dell'amministrazione cittadina al Toscana Pride è dovuta al fatto che si tratta di una manifestazione "divisiva"...

L'assessore al sociale, allo sport e alle politiche giovanili del comune di Arezzo, Lucia Tanti, ha dichiarato che la mancata adesione dell'amministrazione cittadina al Toscana Pride è dovuta al fatto che si tratta di una manifestazione "divisiva". Cosa significa divisiva? Vuol dire che non tutti vedono di buon occhio il fatto che chi è nato gay, lesbica, bisessuale, transessuale, intersessuale o asessuale possa essere considerato un cittadino come gli altri? Vuol dire che un'amministrazione pubblica che rappresenta un'intera comunità prende le distanze dal riconoscimento dei diritti rivendicati dai soggetti di cui sopra? Vuol dire che non condanna senza incertezze i soprusi che certi cittadini subiscono quotidianamente?

E' mantenendosi a distanza da certe manifestazioni che Lucia Tanti e la sua amministrazione pensano che nell'ambito sociale, sportivo e giovanile le discriminazione nei confronti dei gay e degli altri soggetti vengano superate?

Di seguito riporto le motivazioni per le quali si tiene il Toscana Pride, riprendendole dal sito della manifestazione.

Il Toscana Pride è promosso dalle associazioni e dai gruppi organizzati che animano il territorio della regione nello spazio LGBTIQA (Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transessuali, Intersessuali, Queer, Asessuali), al fine di promuoverne la piena cittadinanza. Il nostro intento è quello di trasformare l’indignazione, la paura e la rabbia per i soprusi e le discriminazioni in partecipazione attiva e costruttiva.

Come soggetti presenti concretamente sui territori, direttamente impegnati a rispondere ai molteplici bisogni delle persone LGBTIQA, rivendichiamo il ruolo di soggetto politico nel dialogo con le istituzioni, in merito alle politiche che incidono sulle nostre vite. Siamo stufi e stufe di essere considerati/e solo nello spazio ristretto all’interno del quale ci confinano una certa propaganda e una parte del dibattito politico odierno.

Si pensa forse che sia educativo definire divisiva una manifestazione del genere e negare l'adesione alla medesima da parte di un'amministrazione?

Non sarebbe costato niente aderire ed avrebbe lanciato un segnale di civiltà. Come cittadino di Arezzo sono sinceramente dispiaciuto che così non sia stato fatto e che anzi si sia inviato il messaggio opposto.

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