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Psicodialogando

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A cura di Barbara Fabbroni

La pandemia accelera le dipendenze comportamentali: dal gioco d'azzardo al porno

Stati di ansia, disturbi del sonno, irritabilità, manifestazioni di paura, senso di solitudine e difficoltà nelle relazioni sono diventati parte integrante del mondo dei giovani

Le ondate pandemiche si susseguono una dopo l’altra come fossero tsunami che devastano non solo per la malattia che portano ma anche per l’incrinatura psicologica che creano.

Ci sono dati preoccupanti su bambini e adolescenti che a seguito di questo momento, ormai lungo due anni, hanno mostrato problemi psico-comportamentali. Il loro vissuto può, con il tempo, condurre a sviluppare disturbi più severi. 

Così all’emergenza sanitaria si somma un’emergenza sociale profondamente significativa, fatto questo evidenziato anche dal report realizzato dall’Istituto Piepoli per conto del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli psicologi (Cnop). La situazione pone senza dubbio una finestra di riflessione importante, l’attenzione per il disagio vissuto dai giovani deve far prendere i giusti provvedimenti al fine di contenere questa situazione.

La pandemia ha influito negativamente sulla crescita psicofisica dei giovani e dei fanciulli. Non solo si è modificata tempestivamente la vita sociale ma è cambiato anche il modo di comunicare e di chiedere aiuto.

Stati di ansia, disturbi del sonno, irritabilità, manifestazioni di paura, senso di solitudine e difficoltà nelle relazioni sono diventati parte integrante del mondo dei giovani che con difficoltà cercano di riprendersi il loro posto nel mondo, nel sociale, nella scuola. L’esser iperconnessi non ha dispensato i giovani dal malessere che in molti stanno vivendo, anzi sembra abbia dato una mano ad accentuare questo status.

Cosa ha generato questo smarrimento? Il tutto si può sintetizzare con una sola parola: paura.

La paura di leggere l’esito di un tampone, di contagiare i propri cari fino alla paura di morire. Questo stato ansioso respirato, vissuto, palpato nel quotidiano ha creato un senso di angoscia costante e di incertezza per il futuro. In particolare, si è visto un peggioramento nella qualità del sonno e maggiori difficoltà di concentrazione nei più piccoli, mentre tra gli adolescenti si è potuto assistere ad un aumento dei sintomi depressivi. Il bisogno di alleviare l’umore, inoltre, ha fatto sì che aumentassero alcune dipendenze comportamentali, come quelle dal gioco d’azzardo, dai videogiochi e dalla pornografia. Si è schiuso un mondo nel mondo che ha intrappolato ancor di più i giovani. Il vivere con l’angoscia costante ha creato in loro un profondo senso di solitudine e demoralizzazione, quasi come se si fossero rassegnati.  

Come affrontare tutto questo? Cosa si può fare? Dare fiducia e tempo ai giovani che manifestano questo vissuto. L’ascolto, la presenza, l’accoglienza, la comprensione sono le uniche armi vincenti per aiutarli a uscire fuori da questo nucleo di paura e demoralizzazione. Un genitore si dovrà porre verso il proprio figlio che presenta tali problemi con la dovuta accoglienza e protezione, con partecipazione e sostegno. Esserci per loro, con i dovuti tempi e modi, è essenziale per tornare a una vita normale per quanto possibile.

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